Studio di Psicologia Sora – Studio di Psicoterapia Sora
In questo sito cerco di presentare, attraverso vari approfondimenti specifici, le varie possibilità terapeutiche e di aiuto che possono essere realizzate con l’ausilio della psicoterapia junghiana individuale. Tale modalità terapeutica, derivante dal fecondo lavoro di Carl Gustav Jung, si propone di aiutare coloro che soffrono a causa di una sintomatologia specifica, o che più semplicemente si trovano costretti a vivere di un periodo difficile e delicato della loro esistenza, a ritrovare un salutare equilibrio e benessere psicologico connesso sia ad una crescita di consapevolezza emotiva dei propri vissuti, sia alla possibilità di essere più in grado di cogliere le possibilità trasformative personali insite nei momenti di crisi che si attraversano.
Alcune delle Aree di Intervento
Disturbi d’Ansia
L’ansia è un vissuto emotivo universale che l’uomo conosce da sempre, e proprio per tale ragione in molte occasioni va considerata fisiologica e connaturata alla situazione che si sta attraversando. In proposito basti pensare all’ansia da prestazione di uno studente o di un atleta professionista in prossimità della prova da affrontare, o all’ansia esistenziale che fa spesso la sua comparsa nelle tappe di passaggio della vita. Questa universalità dell’ansia è probabilmente legata al fatto che questa sua presenza tiene vigile, fungendo da stimolo, l’uomo… >>> Leggi tutto
Disturbi dell’Umore
I Disturbi dell’Umore, chiamati anche Disturbi Affettivi, sono caratterizzati da una marcata alterazione del tono dell’umore, esclusivamente verso il basso nel Disturbo Depressivo Maggiore e con un’alternarsi di fasi di depressione con momenti di euforia maniacale nel Disturbo Bipolare, capace di incidere negativamente sulla vita relazionale, sociale, e lavorativa di una persona… >>> Leggi tutto
Disturbi Alimentari
I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, o più semplicemente Disturbi Alimentari, escludendo dal nostro discorso il mondo dell’infanzia, sono l’Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa, e il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder)… >>> Leggi tutto
Disturbi di Personalità
Definire cosa si intenda per personalità è piuttosto difficile anche perché essa, oltre ad essere legata a fattori familiari, sociali, biologici, esperienze di vita, inevitabilmente, in un certo senso, è sottoposta ad una continua evoluzione. Chiunque di noi, per esempio, osservando se stesso può notare che a 20 anni e a 40 anni è naturalmente sempre la stessa persona, ma allo stesso tempo, paradossalmente, percepisce per molti versi di non esserlo più… >>> Leggi tutto
Difficoltà Relazionali
In linea generale tutti gli psicoanalisti concordano nel ritenere che il godere di relazioni interpersonali solide e intime sia una delle principali fonti di benessere psicologico dell’individuo.
Le relazioni tra genitori e figli, di famiglia, di gruppo, di amicizia, di amore, con tutte le emozioni e le ambivalenze che si portano dietro, entrano sempre nelle sedute analitiche. Sono il pane quotidiano delle sedute, sono probabilmente la spia stessa della nostra umanità perché l’uomo è sostanzialmente un “animale sociale”. Le relazioni significative sono dei granelli di sale nella vita, e proprio in virtù di ciò non possiamo ridurle ad un discorso di psicopatologia nel momento in cui incontriamo difficoltà in esse… >>> Leggi tutto
Disturbi Sessuali
Nel DSM 5 i Disturbi Sessuali sono suddivisi in tre categorie distinte, le Disfunzioni Sessuali – le Parafilie – le Disforie di Genere, perché pongono tematiche e questioni cliniche piuttosto diverse tra di esse… >>> Leggi tutto
Nuove Dipendenze
Le Dipendenze Classiche, cioè quelle legate all’uso concreto di una sostanza come l’alcool o una droga, sono state qualificate come tali in base ai fenomeni della tolleranza, ovvero la necessità di consumare una dose sempre crescente della sostanza per raggiungere l’effetto-piacere della volta precedente, e dell’astinenza, ovvero quell’insieme di sintomi psichici e fisici negativi dovuti al non uso della sostanza… >>> Leggi tutto
Crescita Personale
In questo contesto l’idea di Crescita Personale non è intesa come un muoversi necessariamente verso l’alto, come un cercare il successo a tutti i costi, o come un perseguire un’immagine vincente di se stessi. Sia perché sarebbe un’idea di crescita unidirezionale, quando non è affatto detto che sia obbligatoriamente questa la direzione giusta; sia perché la crescita stessa pare decisamente più un elemento connaturato all’esistenza, con il quale non possiamo esimerci dal confrontarci, anziché uno scopo da perseguire per sentirsi per così dire dei “vincenti”…>>> Leggi tutto
Articoli di Psicologia e Psicoterapia
Psicoterapia
Coltivare la Lentezza: la sua Importanza Psicologica Davanti al Vuoto
Ogni epoca storica conosce difficoltà psicologiche specifiche. Il periodo in cui è nata la psicoanalisi per esempio – ovvero tra fine Ottocento inizio Novecento – è stato caratterizzato da psicopatologie legate alla rimozione e alla dissociazione degli aspetti più istintuali dell’uomo, mentre attualmente il disagio collettivo più diffuso pare essere legato ad una certa inquietudine e irrequietezza di fondo: è come se le persone, chi più chi meno, non potessero stare ferme, come se dovessero, ma sarebbe forse meglio dire dovessimo, fare sempre qualcosa, quasi come se si dovesse sempre testimoniare agli altri e a sé stessi che si sta vivendo, poiché – questa l’idea generale – tutto sommato è solo facendo tanto e velocemente che si vive.
(altro…)L’Importanza di un Certo Tipo di Sguardo per la Persona Anziana
Negli ultimi anni la richiesta di psicoterapia proveniente da persone anziane é aumentata in misura considerevole. Per quanto manchino ancora numeri ufficiali a certificare questa tendenza, per gli addetti ai lavori si tratta di un fenomeno lampante. In parte essa pare dovuta al più generale invecchiamento demografico della popolazione, per cui essendo maggiore il numero delle persone anziane é anche maggiore la richiesta di aiuto avanzata da questa fascia di persone; in parte sembra connessa alla maggiore attenzione che la società nel suo complesso pone sul concetto di salute psicologica che non può non lambire anche le persone con più anni alle spalle.
(altro…)Resilienza e Adattamento
L’Accademia della Crusca ha rilevato che Google Italia restituisce circa 430.000 risultati se si digita sul motore di ricerca la parola resilienza. Un numero stratosferico, che testimonia l’enorme diffusione odierna di questo termine. Etimologicamente deriva dal verbo latino resilere, composto dal suffisso re e da silere: letteralmente il rimbalzare, il ritornare di colpo, il tornare indietro di fretta, di un oggetto; in senso figurativo il ritirarsi, il togliersi, da una situazione pericolosa.
(altro…)Cocaina, Dolore Esistenziale, Psicoterapia
Aristotele sosteneva che i numeri non ci dicono cosa sia la realtà, ma ci permettono di interpretarla. Per la maggior parte dei fenomeni che si studiano e si osservano pare essere esattamente così, la cocaina invece – da questo punto di vista – costituisce un’eccezione. Stando ai numeri ufficiali, il consumo di questa sostanza sarebbe estremamente basso – in Italia un abitante su mille secondo il Dipartimento delle Politiche Antidroga – e al limite dell’irrilevante; tuttavia, purtroppo, questo dato stride con le continue richieste di psicoterapia per uso di cocaina che giungono ai professionisti del settore psy. Se fosse realmente lo 0,1% della popolazione ad usare cocaina, non dovrebbero infatti sostanzialmente esserci richieste di aiuto in tale ambito, di fatto non è così: la richiesta è continua e in crescita.
(altro…)La Prospettiva “Late Bloomer”
La cultura anglosassone riserva il termine late bloomer, che non conosce un corrispondente specifico nella nostra lingua, a quelle persone che raggiungono una certa condizione professionale e di successo in età abbastanza matura. Persone quindi, come suggerisce una traduzione piuttosto letterale dell’espressione, che sbocciano tardi, non così diversamente da quelle piante autunnali, come per esempio le camelie o le zinnie, che fioriscono bene dopo la stagione primaverile-estiva.
(altro…)Competizione Esasperata e Giovani Adulti
“Ho 27 anni e sono già fuori dal mercato del lavoro, le aziende prendono solo chi ha massimo 25 anni e si è laureato con la lode”, dice un paziente neo ingegnere. La stessa frase, quasi identica nelle parole, non è una sua esclusiva: la si sente pronunciare dai suoi coetanei laureati in giurisprudenza, in economia, o in altre discipline tecniche, con motivazioni analoghe a quelle dell’ingegnere appena citato. Ancora più pessimismo si respira nelle parole del neo psicologo, del neo sociologo, o del laureato in lettere, o in lingue, o in un ramo artistico: “Siamo tantissimi e non cercheranno di certo me…”; “Il mercato è saturo…”; “La nostra figura non è apprezzata dalla società…”; e via dicendo dicono i vari giovani delle varie facoltà umanistiche, quasi come se l’uomo al giorno d’oggi non fosse più importante.
(altro…)Anoressia e Riserva Mentale
Il comportamento anoressico è così inquietante, così perturbante, da lasciare in genere assolutamente sgomenti. Esso appare un qualcosa di altro, di alieno, di estraneo: decidere volontariamente di non mangiare, espellere quel poco che si è inghiottito, consumarsi talvolta fino a morirne, appare per molti versi incomprensibile sia alla persona direttamente interessata, sia a chi le è vicino. Tale incomprensibilità dell’anoressia ha contribuito a far sì che vari studiosi e analisti, trovatisi a contatto con tale difficile e delicata condizione psichica, formulassero ipotesi psicologiche di volta in volta nuove e originali per provare a comprendere quanto da loro stessi osservato.
(altro…)Rimosso, Silenzio, Umanità
Dal Dicembre 2022 la Commissione Europea ha dato il via libera alla possibilità di utilizzare dati mobili con tecnologia 5G sui voli aerei. Ovvero, tablet, smartphone, ect…, potranno essere usati dai viaggiatori. Per alcuni versi cade uno dei pochi luoghi, l’aereo, caratterizzato da un certo silenzio. Volare infatti non sarà più, con il tempo, così diverso dal viaggiare in treno, mezzo sul quale è quasi impossibile non ascoltare continue suonerie che squillano e assistere involontariamente a telefonate a cui non si è chiesto di partecipare. Naturalmente, va da sé che il problema non sia né l’aereo, né il treno, o qualsiasi altro mezzo di trasporto quali tram – bus - metro, bensì il rumore di fondo che accompagna le nostre vite.
(altro…)La Speranza in Psicoterapia
La speranza in psicologia e psicoterapia, per quanto ogni percorso terapeutico sia più o meno tacitamente accompagnato da essa, non è stata, come testimonia la scarna letteratura in materia, molto esaminata ed indagata. Una spiegazione storica può aiutarci a trovare un possibile perché di questa poca attenzione su un tema invece così vitale: in genere la speranza è stata considerata di pertinenza religiosa.
(altro…)Linguaggio e Psicoterapia
Il linguaggio è probabilmente la caratteristica specie-specifica per eccellenza dell’uomo. Certamente anche gli altri animali comunicano attraverso suoni, versi, odori, rituali, segnali, nessuno di essi tuttavia dispone di un linguaggio paragonabile a quello umano. Un bambino di 5 anni, in media, padroneggia piuttosto bene la sua lingua madre ed è perfettamente in grado di dialogare con gli altri.
(altro…)Richiesta di Psicoterapia e Covid
La lunga situazione legata alla pandemia Covid che stiamo ormai vivendo da quasi due anni ha portato, come numerose ricerche in materia testimoniano, ad una via via crescente domanda di aiuto psicologico. Per esempio, una recente indagine condotta su oltre 1700 psicoterapeuti/e ha rilevato come per i 2/3 del campione si fosse in presenza di un aumento così marcato della quantità di lavoro psicoterapico da far sì che questi stessi professionisti non avessero più la disponibilità di spazio per accogliere eventuali nuove richieste di aiuto. E altri studi hanno confermato trend simili.
(altro…)Empatia e Psicoterapia
La parola empatia deriva dal greco en-phatos, ovvero “sentire dentro”. Il termine veniva usato, soprattutto da Platone e Aristotele, per descrivere il processo di immedesimazione che l’esperienza artistica, in particolar modo quella teatrale, suscitava nello spettatore. Questi grandi filosofi notarono come durante la rappresentazione delle tragedie pubblico ed eroe tragico soffrivano insieme diventando un tutt’uno.
(altro…)Ansia Sociale e Evitamento
L’Ansia Sociale, chiamata anche Fobia Sociale, si caratterizza per un’intensa e invalidante paura di affrontare diverse situazioni sociali nelle quali si è esposti ad un possibile giudizio altrui di cui si ha un fortissimo timore. Il potenziale giudizio è esperito in maniera così angosciante, sentito come umiliante, perché la persona afflitta da ansia sociale teme sempre che le proprie prestazioni non siano in grado di soddisfare le aspettative altrui e che possano quindi suscitare derisione e scherno nei suoi confronti.
(altro…)La Speranza nella Stanza di Analisi
Parlare di speranza in analisi equivale grosso modo a parlare di un qualcosa che aleggia continuamente nell’atmosfera che pervade la stanza analitica. Non è casuale, a controprova di ciò, di come nel momento in cui muore la speranza si assista spesso ad una repentina sospensione del percorso terapeutico. Talvolta, per esempio, un lutto improvviso e significativo nella vita del paziente finisce con il non far più intravedere il senso e il valore del percorse analitico, determinandone così la brusca interruzione, proprio perché capace di mortificare ogni residua speranza di avere un’esistenza migliore. Sospensioni così improvvise dei percorsi terapeutici dimostrano come la speranza possa essere genericamente considerata un’attesa fiduciosa, non diversamente da come già ipotizzato da un grandissimo del pensiero greco, quale Aristotele, e dal pensiero cristiano.
(altro…)La Psicoterapia Online: Strumento Utile e Possibile Impiego
I mutamenti tecnologici via via più marcati degli ultimi decenni hanno consentito un progressivo annullamento delle distanze spaziali e temporali tra le persone e, almeno per le generazioni native digitali, una distinzione sempre più sfumata tra quella che in precedenza veniva definita realtà virtuale e la più tradizionale realtà esterna.
(altro…)Depressione o Tristezza?
Nel corso degli ultimi anni numerosi studi volti ad analizzare l’effettiva utilità dell’uso di farmaci anti depressivi nel trattamento della depressione, hanno riscontrato come questa variegata classe di psicofarmaci abbia frequentemente la stessa efficacia di semplici farmaci placebo. Tralasciando dettagli tecnici da addetti ai lavori, consultabili comunque sull’ “Annals of Family Medicine” del Gennaio 2015, è interessante cercare di capire come interpretare questi dati. (altro…)
La Depressione
A chiunque nella vita capita di sentirsi triste, giù di corda, svogliato, in giornata no o pieno di sensi di colpa. Ciò può accadere in seguito ad un evento particolare come la morte di una persona cara, la perdita di un lavoro, per la fine di un amore o di un’amicizia intensa, una catastrofe naturale. Queste sono reazioni fisiologiche ad eventi che suscitano tristezza, dispiacere, scoramento, e testimoniano più che altro la nostra sensibilità e la ricchezza della nostra affettività. (altro…)
La Depressione Post Partum: Come Riconoscerla, Come Intervenire
La depressione post partum è una delle condizioni psicologiche decisamente più sconcertanti che la psiche umana può manifestare, essendo una forma di depressione che si presenta in seguito ad un evento lieto come una nascita. La Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) ha calcolato che il fenomeno nel 2010 ha colpito circa 90000 donne. (altro…)
La Psicoterapia del Lutto Complicato
La morte è l’unico aspetto della vita che rende uguali tutti gli uomini, a cui nessuno può fuggire. Spesso è proprio questa condizione di mortali a spingerci verso l’evoluzione, la crescita, verso il vivere una vita completa e dotata di senso. A tal proposito basti pensare ad un bel film come L’Uomo Bicentenario (protagonista Robin Williams) dove viene trattato il tema della condanna all’immortalità: quest’ultima costringe un uomo-robot a non cambiare mai, a non invecchiare insieme alle persone che ama. (altro…)
Gli Attacchi di Panico
Chi soffre di attacchi di panico si trova con una certa frequenza colpito, forse sarebbe più opportuno dire travolto, da un improvviso terrore, associato ad un imminente senso di morte che si esprime, oltre che con la paura di impazzire, con un insieme di manifestazioni somatiche, quali la tachicardia, la mancanza d’aria, la sudorazione, i disturbi addominali. (altro…)
L’Ansia tra Normalità e Patologia: quando Rivolgersi ad uno Psicoterapeuta
L'ansia è un'emozione naturale ed universalmente diffusa. L'uomo la conosce da sempre, e ne ha sempre fatto esperienza. Mi si lasci fare un esempio: basti pensare per un attimo all'uomo primitivo che viveva nelle caverne. Come poteva egli valutare i numerosi pericoli, quali animali feroci, condizioni atmosferiche, presenti nel suo ambiente? Di fatto non disponeva di strumento alcuno. (altro…)
Ansia Generalizzata
Il disturbo d’ansia generalizzato è guardato, da ricercatori ed esperti in diagnosi, come se fosse una sorta di parente povero di altre forme di ansia, perché non accompagnato da un quadro ben delineato di sintomi che ne permettono di cogliere facilmente l’unicità. Nel DSM IV viene infatti definito più in base ad elementi di diagnosi differenziale, rispetto ad un attacco di panico o ad una fobia specifica, e a criteri temporali ,che non in base a qualche sua intrinseca peculiarità. (altro…)
Il Burnout nelle Professioni Socio-Sanitarie
Nella sua etimologia inglese l’espressione burnout, traducibile approssimativamente in italiano con “bruciare fuori”, contiene il richiamo ad uno spegnimento di una candela. Tale immagine così evocativa contenuta in questa espressione, ha fatto sì che questa parola venisse originariamente utilizzata in ambito sportivo per descrivere lo svuotamento agonistico di un atleta professionista, ormai incapace di ripetersi su certi livelli da egli stesso raggiunti in precedenza. (altro…)
Anoressia
Il termine anoressia si riferisce ad un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dalla riduzione volontaria dell’assunzione di cibo, legata ad una persistente distorsione della propria immagine corporea, che conduce la persona anoressica ad una perdita di peso molto significativa. (altro…)
Trauma e Comprensione
Il termine trauma deriva dal greco antico traumatismos, che indicava l’azione del ferire, e dal sostantivo trayma che era solito significare ferita, danno o, in senso più lato, disastro. La radice è connessa a ti-tràò e rimanda al verbo “forare”. (altro…)
L’Abuso Sessuale nella Donna: il Rischio di Pagare Due Volte
L’abuso sessuale su un bambino/a consiste, ricorrendo ad una esaustiva definizione di Montecchi (1994), nel “coinvolgimento di soggetti immaturi e dipendenti in attività sessuali, soggetti a cui manca la consapevolezza delle proprie azioni nonché la possibilità di scegliere”. Questa definizione permette di cogliere come l’abuso sessuale non coincida necessariamente con la penetrazione. (altro…)
L’Evoluzione Storica del Disturbo Borderline di Personalità
Il termine borderline è una locuzione metaforica che riesce ad evocare immagini spaziali ma anche e soprattutto immagini quali la frontiera, il limite. I limiti, come è noto, sono sempre abbastanza variabili. La parola borderline contiene di per sé una certa dose di ambiguità. Il termine apparve per la prima volta in uno scritto scientifico di Huges del 1884 “Borderline psychiatratrics records. Prodromal symptoms of neurologist”. L’autore sosteneva che c’erano molte persone che trascorrevano gran parte della loro vita in una situazione molto prossima alla follia. Il problema del limite era già nell’aria. (altro…)
Il Confine tra Narcisismo Sano e Narcisismo Patologico
Una certa quantità di amor proprio è non solo normale, ma per certi versi anche auspicabile. Capire quando questo amor proprio si trasforma in narcisismo patologico non è assolutamente facile. Per diverse ragioni. In primo luogo alcuni comportamenti, osservati in certe persone, possono avvicinarsi decisamente a forme di narcisismo patologico, mentre in altre persone lo stesso comportamento pare molo più prossimo ad un sano narcisismo. (altro…)
I Disturbi Psicosomatici
La Psicosomatica indaga i legami che intercorrono tra psiche e soma, cioè tra i fattori psicologici e quelli organici nell’origine e/o nel mantenimento di stati di alterazione dell’organismo o di malattie vere e proprie. In ambito psicosomatico, sostanzialmente, l’individuo viene visto nella sua indivisibile globalità corporea e psichica. Tale concezione della persona è meno innovativa di quanto a prima vista possa sembrare. (altro…)
Quando Lavorare è una Dipendenza
La sindrome da Dipendenza dal Lavoro o sindrome da workaholism si caratterizza per la tendenza di un individuo a lavorare fino al punto tale da far insorgere in se stesso una dipendenza nei riguardi del lavoro. Il termine workaholism, a cui è ricorso per la prima volta Wayne Edward Oates nel 1971, nel suo celebre “Confessions of workaholics: the facts about work addiction”, fa un esplicito riferimento all’alcolismo proprio per via delle somiglianze che tale condotta ha con quella dell'alcoldipendenza. (altro…)
Dipendenza e Internet
Dalla meta degli anni 90 del secolo scorso si è iniziato a parlare diffusamente e ovunque di come le nuove tecnologie, in particolare l’uso prolungato della rete, influenzino la forma mentis, le relazioni, la cultura, le abitudini, i comportamenti, gli atteggiamenti delle persone. Antropologi, sociologi, economisti, politologi, e naturalmente anche psicologi, hanno cercato di fornire un contributo rispetto ad un argomento così ampio e sfaccettato, ognuno seguendo la propria prospettiva di osservazione. Tutto ciò per premettere che questa tematica può essere analizzata da varie angolazioni, e che, in questo breve articolo, senza avere nessuna pretesa di esaustività, verrà trattata solo da un punto di vista psicologico.
(altro…)Le Dipendenze Sottili
“Non esiste un bambino senza la madre”, diceva Donald Winnicott. Questa affermazione di questo acuto studioso dell’infanzia fa subito capire come la dipendenza sia una dimensione esistenziale intrinseca all’essere umano. Come ha infatti ampiamente documentato la teoria dell’attaccamento di Bowlby, il bambino, e in maniera diversa l’adulto poi, ha la necessità di sviluppare e mantenere solidi legami affettivi per tutelare la propria salute mentale e per godere della possibilità psichica di scoprire se stesso e il proprio potenziale. Paradossalmente, quindi, buone dipendenze aiutano a crescere e fanno muovere verso un’indipendenza autentica che non poggia sulla negazione dell’altro, bensì su un rapporto paritario con esso in cui se ne riconosce la specificità e il valore. (altro…)
La Paura di Guidare
In ambito clinico è di uso comune ricorrere al termine “Amaxofobia”, derivante dal greco “amaxos” traducibile con carro, per designare la fobia di guidare un’automobile. Tale comportamento fobico si manifesta, o con la totale rinuncia alla guida, o con il riuscire a guidare, sia pure con una certa difficoltà, solo in presenza di specifiche condizioni esterne. (altro…)
Setting e Psicoterapia del Profondo
In ambito psicoterapeutico si usa spesso il termine “setting” per indicare quel complesso di fattori spaziali e temporali che vanno a definire le “regole del gioco” entro le quali avverrà l’incontro terapeutico. Durante le prime sedute di un percorso psicoterapeutico, il terapeuta e il paziente tenderanno difatti a strutturare il setting dei loro incontri: ovvero viene stabilito l’orario settimanale nel quale vedersi, la frequenza delle sedute, l’onorario, e l’impegno reciproco a rispettare un insieme di regole, quali per esempio quella di evitare di vedersi al di fuori dello spazio terapeutico o quella legata al mantenere la relazione sempre entro il confine professionale, che se non rispettate potrebbero andare ad inficiare il senso stesso della relazione terapeutica. Non a caso il termine setting deriva dal verbo inglese “to set” che significa delimitare, racchiudere, disporre. In un certo senso costituisce quindi la cornice dell’incontro terapeutico, anche se ritenerlo soltanto tale sarebbe assolutamente riduttivo.
Il Mobbing
Il termine mobbing, utilizzato per la prima volta dal famoso etologo Konrad Lorenz per raccontare il comportamento di alcuni animali volto ad escludere dal gruppo un membro della stessa specie, è attualmente usato per descrivere un insieme di comportamenti e atteggiamenti vessatori messi in atto, da datori di lavori e/o colleghi, verso un lavoratore appartenente alla stessa realtà aziendale.
Psicologia Analitica
Bellezza e Psicologia del Profondo Junghiana
“La bellezza salverà il mondo”, frase che ha reso celebre il principe Myskin de “L’Idiota di Dostoevskij, è una di quelle espressioni che hanno la potenza di segnare un’epoca. Non si tratta solo di un fortunato slogan – anche se a forza di ripeterlo potrebbe anche divenirlo – poiché essa sembra indicare una direzione verso la quale muoversi all’interno di una società di per sé piuttosto caotica e brutale; tuttavia non è una frase semplice da interpretare. Si capisce, se si tiene in debita considerazione questa sua capacità di indicare una strada, la diffusione di “la bellezza salverà il mondo”, e si capisce altresì intuitivamente come in essa riecheggi un che di speranzoso e protettivo; ciononostante risulta difficile tradurre concretamente questa speranza tutelante. Il che ci porta inevitabilmente a chiederci: di che tutela si tratta?
(altro…)Il Sé come Specchio Interno
In circa venti anni, cioè tra il 2002 e il 2021, 1,4 milioni di italiani - dati Istat - si sono trasferiti all’estero. Numeri importanti, che lo diventano ancora di più se si considera che negli ultimi dieci anni del periodo oggetto di indagine il fenomeno in esame è parso in aumento. Nel 2019, per esempio, 122mila persone, naturalmente per lo più giovani, ovvero coloro con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, hanno lasciato il paese.
(altro…)Ombra e Umanità
Ne “Il Mondo dei Sogni” Marie-Louise Von Franz scrive che “quando impariamo a conoscere la nostra Ombra e a viverla un po’ di più, diventiamo più accessibili, naturali, umani, completi, poiché l’Ombra ci rende uomini tra gli uomini e umani, semplicemente umani”. Premesso che quando parliamo di Ombra parliamo di un qualcosa di articolabile su più livelli, ovvero potremmo distinguerla in una più personale da una più collettiva/archetipica, e premesso che essa non coincide necessariamente con qualcosa di negativo, vale la pena soffermarsi a riflettere con più attenzione sull’affermazione della Von Franz. A tal proposito potremmo chiederci, perché una componente psichica che rimanda comunque a qualcosa di poco chiaro, poco conosciuto, dal sapore vagamente inquietante, che un grandissimo come Carl Gustav Jung ha definito “il fratello oscuro” dentro di noi, dovrebbe arricchire e ampliare la nostra umanità?
(altro…)Immagini Psichiche e Comprensione della Realtà
Per Immanuel Kant l’uomo ha un rapporto “ingenuo” con la realtà, nel senso che egli è convinto che quanto percepisce della realtà esterna coincida esattamente con la sua essenza ultima. Detto con un esempio, se una qualunque persona vede un determinato albero con certi colori – per esempio marrone e verde – è portato naturalmente a credere che l’albero sia fatto così; mentre, osserva Kant, il tutto è invece filtrato dalla soggettività dell’essere umano. In parole esemplificative, se l’albero viene percepito in un certo modo è perché l’occhio umano funziona in un certo modo: se fossimo – direbbe Kant – gatti o gufi o altri animali ancora, avremmo una visione dell’albero diversa, fatta di colori diversi perché l’occhio di questi animali opera in maniera diversa dal nostro. Il punto – sostiene il grande filosofo tedesco – è che non possiamo essere certi che la nostra percezione sia quella corretta rispetto a quello degli altri animali, il che ci induce a concludere che noi possiamo fare affermazioni certe solo sul nostro modo di percepire l’albero senza poter dire in assoluto come esso sia realmente fatto. In sintesi, non siamo, secondo Kant, in grado di rispondere alle domande relative al cosa sia la realtà.
(altro…)Il Possibile Valore della Lentezza nei Sogni
Partiamo da due sogni. Il primo è di una persona, un professionista impegnato nel settore delle costruzioni, che ha scoperto da più di un anno di avere una malattia cronica dall’esito degenerativo: “Sono in macchina, vado spedito verso Roma poiché l’autostrada è piuttosto libera. Improvvisamente, però, la strada devia senza che io possa farci nulla ed essa diventa via via più di campagna. Diventa del tutto sterrata e ad un certo punto è attraversata da un fiume. Tento di superarlo con la macchina, ma la macchina affonda. Esco dalla macchina e cerco di ritirarla su. Mi pare di riuscirci. Al di là del fiume vedo una famiglia che sembra felice”. Il secondo è di una donna tra i 30 e i 40, una grande lavoratrice che svolge due lavori contemporaneamente, ma da sempre soggetta a sottili forme di svalutazione, in famiglia e nelle relazioni sentimentali, che le lasciano costantemente addosso la sensazione di non valere poi molto come persona. Il sogno è questo: “Vado in macchina, procedo in maniera spedita, ma non so bene dove sto andando. Poi giungo nei pressi di un campo, c’è un trattore: è come se sapessi che devo preparare/coltivare quel campo”.
(altro…)Considerazioni Psicologiche su “Franny e Zooey” di Jerome David Salinger
Jerome David Salinger in “Franny e Zooey” mostra, come si era già visto ne “Il Giovane Holden”, un’incredibile maestria narrativa: raccontando solo una serata in cui Franny esce con il fidanzato Lane e una mattinata in casa Glass, riesce, grazie ad una serie di dialoghi tra i protagonisti, a farci conoscere, quasi come potessimo vederli, Franny e Zooey e gli altri membri della famiglia, nonché le vicende le principali vicende che li hanno riguardati. Veniamo così a conoscenza della traumatizzante morte suicida di Seymour, il maggiore dei fratelli sia per età anagrafica che per statura culturale e spirituale; di Buddy, il secondo dei fratelli e il più vicino a Seymour per formazione e spirito, divenuto nel frattempo uno scrittore affermato quasi sempre lontano fisicamente, ma la cui presenza emotiva è ben sentita poiché sembrerebbe la figura che più di altri potrebbe essere di aiuto nel superare il lutto di Seymour; dell’incapacità della madre Bessie, per quanto sinceramente preoccupata per i figli, di entrare profondamente in relazione con essi; dell’assenza di fatto del padre, il cui tempo pare essersi fermato a quando i figli erano fanciulli; della circostanza che tutti i figli, 7 in totale, hanno partecipato ad almeno una volta ad un’edizione di “Un Bambino Eccezionale”, programma televisivo dove in qualche modo venivano sfoggiate qualità culturali. (altro…)
L’Importanza Psicologica dell’Aura Artistica
Nel lontano 1936, con una lungimiranza davvero notevole Walter Benjamin, si pose il problema di come la riproducibilità tecnica di un’opera d’arte potesse influire sulla fruizione dell’opera d’arte stessa. Più precisamente temeva che la riproduzione continua di un’opera potesse toglierle una certa aura, ovvero quel fascino, quel mistero, quell’Alterità che caratterizza l’arte più elevata. Con il progredire tecnico – argomentava Benjamin – l’aura è inevitabilmente a rischio perché se un qualcosa diviene estremamente familiare e a portata di mano per definizione smarrisce quel che di distante e di inaccessibile e di unico che costituisce l’essenza stessa dell’aura.
(altro…)Brevi Considerazioni Sullo Stato Dell’Arte
“Nel 1997 il “New York Times” chiese a diversi studiosi e critici d’arte di rispondere alla domanda “che cos’è l’arte?”. Dal tono e dalla qualità delle risposte si capì come attualmente non sia per nulla scontato il riuscire a trovare una risposta chiara a questa domanda tanto semplice quanto assolutamente impegnativa. Per esempio, William Rubin, ex direttore del MoMa di New York, disse esplicitamente che “non esiste una singola definizione di arte” ed aggiunse che un’opera può essere ritenuta tale se un insieme indefinito di persone la considera “arte”; mentre l’eminente critico Thomas McEvilley fotografò lo stato dell’arte dicendo che “qualsiasi cosa può essere arte.” Risposte tautologiche, o che in ogni caso non rispondono alla domanda iniziale: banalmente, se ogni cosa può essere arte il rischio è che nulla possa esserlo realmente.
(altro…)Eccesso di Coscienza e Sogni
“Ora che si sono create le premesse per una coscienza psicologica più evoluta, il vero problema sarà saper essere degnamente inconsci.” Così Carl Gustav Jung in risposta ad una domanda di un gruppo di giovani studiosi di psicologia curiosi di sapere cosa, a suo parere, potesse costituire un tema psicologico centrale per la generazione attuale e per quelle future. Affermazione forte, con un che di paradossale se si considera come l’uomo abbia impiegato secoli per uscire da una certa coltre di inconsapevolezza, e che proprio per questo merita di essere approfondita più da vicino. E per farlo dobbiamo partire proprio da alcune osservazioni dello stesso Jung sulla coscienza.
(altro…)Società dell’Immagine e Cultura Junghiana delle Immagini
Comunemente si ritiene che il linguaggio sia la caratteristica per eccellenza dell’uomo, in realtà è il pensare per immagini la peculiarità più tipica e antica che ci caratterizza. Anche altre specie, per esempio le api o i delfini, hanno “complessi” sistemi di comunicazione, nessun’altra dispone di capacità immaginativa. Per rendersene conto, basti pensare alle pitture rupestri di Altamura e Lascaux che segnalano come i nostri antenati fossero intenti a cercare di capire come affrontare e combattere animali pericolosi.
(altro…)L’Arte nel Pensiero e nella Vita di Carl Gustav Jung
Tantissimi studiosi di psicoanalisi e di psicopatologia si sono dedicati al cercare di capire la nascita e l’importanza psicologica di quei processi dinamici della psiche che conducono un artista a creare la sua opera d’arte. Ad inaugurare il filone di questi studi è stato Sigmund Freud con le sue riflessioni su “Sant’Anna, la Vergine e il Bambino” di Leonardo da Vinci e sul “Mosè” di Michelangelo.
(altro…)Vuoto e Malinconia in Edvard Munch
Nel corso del Seminario sulle “Visioni” di Christiana Morgan Carl Gustav Jung afferma che “tutto quello che fa un uomo, tutti i suoi tentativi, sono la sua individuazione: è un compimento la realizzazione delle sue possibilità; una delle sue massime possibilità è il conseguimento della coscienza. Questo lo rende veramente uomo: per l’uomo, la vita deve essere conscia.” (C.G. Jung, 1930-1934, Vol. 2°, pag. 822). Con coerenza a questo modo di intendere l’esistenza, egli per tutta la vita, con la genialità e l’umiltà che solo i grandissimi possiedono, si è mosso in questa direzione. (altro…)
Il Gatto Nei Dipinti di Louis Wain E Il Valore Collettivo Della Sua Arte
In diversi saggi dedicati all’Arte Carl Gustav Jung afferma che un’opera d’arte che sia realmente tale riesce a svolgere una “funzione sociale” all’interno di una determinata società, in quanto permette di coglierne lo spirito essenziale che la attraversa e di compensarne in qualche modo le carenze psicologiche insite in essa. Se applichiamo tale affermazione e punto di vista al lavoro di Louis Wain e ai suoi gatti disegnati impegnati in qualunque attività umana, ciò risuona particolarmente veritiero. Proviamo a vederne il perché.
(altro…)Covid, Sentimento, Eros
Se c’è una fotografia medica che la pandemia Covid ha restituito con una certa nitidezza all’umanità è che inevitabilmente siamo collegati gli uni con gli altri. Il virus ha posto infatti tutti sia dinanzi all’evidenza che ognuno porta con sé un pezzetto di responsabilità verso sé stesso e verso gli altri, sia davanti alla improrogabile necessità di trovare risposte collettive che possano debellare definitivamente il virus. In altre parole, la possibilità di sconfiggere il virus dipende dal comportamento generale e ciò mostra come siamo tutti sulla stessa barca. Per questo il Covid ha richiesto e richiede una risposta che potremmo definire una risposta “Noi”.
(altro…)Dolore Esistenziale e Male
Talvolta arrivano a consultazione analitica persone che hanno affrontato un’enorme battaglia esistenziale, finita per molti versi positivamente, che nonostante il buon esito pare aver debilitato e segnato l’anima delle persone stesse. Per esempio un infermiere che ha dovuto e voluto lavorare 12 ore al giorno durante la prima ondata Covid, oppure una persona che ha avuto un tumore classificato con un livello 4 che è stato debellato.
(altro…)L’Affinità tra Cinema e Psicologia del Profondo
Cinema e Psicoanalisi sono nate nello stesso periodo. Nel 1895, a Parigi, i fratelli Lumière proiettano il primo film della storia, mentre in quegli stessi giorni a Vienna, altra capitale della cultura europea, il dottor Sigmund Freud inizia a dedicarsi allo studio dei sogni dei suoi pazienti, che lo porteranno pochi anni dopo alla stesura de “L’Interpretazione dei Sogni”, per trovare un nuovo modo di relazionarsi al disagio psichico.
(altro…)Lo Spirito dell’Immaginazione Attiva e altre Tecniche Immaginative
L’Immaginazione attiva è un modo diretto e immediato di relazionarsi all’inconscio. Tale metodo fu scoperto da Carl Gustav Jung, anche se solo in seguito lo definì con questo nome, in un periodo “di disorientamento” della sua vita, legato anche alla rottura con Freud, dal quale poté uscire grazie al confronto serrato e impegnativo con il suo inconscio. (altro…)
Complessi e Sogni
Il termine “complesso” è entrato da tempo nel linguaggio comune: “ho un complesso di inferiorità”, “quella persona è complessata”, “ha un complesso di onnipotenza”, sono espressioni usate con scioltezza e disinvoltura nei vari contesti mediatici e sociali sia per raccontare la propria condizione, sia, talvolta, per descrivere quella altrui. Sembrerebbe quindi un argomento già abusato perché già chiaro e conosciuto, tuttavia può valere la pena tornare su questo delicato aspetto psicologico perché, e in ambito clinico ciò pare evidente, si fatica a fuggire dalla sensazione che la parola “complesso” venga usata in maniera apotropaica. (altro…)
Immagini Interiori ed Etica
Chiedersi cosa sia la realtà può sembrare piuttosto ozioso, perchè intuitivamente tutti pensiamo di sapere cosa essa sia. Tuttavia, se provassimo a fornirne una definizione esaustiva ci troveremmo subito a confrontarci con un oggetto di studio che presenta più livelli di analisi al suo interno che inevitabilmente lo rendono alquanto più complicato e complesso di quanto potrebbe sembrare a prima vista. (altro…)
Umiltà, Conoscenza, e Psicologia del Profondo
La parola umiltà deriva dal latino “humilis”, termine che indica non solo colui che è umile ma che rimanda anche a qualcosa di proveniente dal basso, dalla terra, dalla fertilità della terra. Questa etimologia induce ad ipotizzare che l’umiltà possa quindi essere un atteggiamento da coltivare in quanto potenzialmente molto fertile. Tale possibilità interpretativa del termine pare trovare una conferma nella storia del pensiero, non solo occidentale, in cui l’umiltà è considerata una virtù decisamente positiva. Ciò è evidente nell’Antica Grecia o nel Cristianesimo, per rimanere in Occidente, o nel pensiero taoista spostandoci verso Oriente: Socrate, per esempio, coltivava la sapienza riconoscendo con umiltà il suo non sapere per poi trasformarlo nel suo inesauribile metodo dialettico fonte di nuovo sapere; Gesù si autodefinisce, nel vangelo di Matteo, “umile di cuore”; Sant’Agostino, uno dei Padri della Chiesa, non solo dirà che “l’umiltà batte la superbia”, ma la collegherà direttamente al conoscere se stessi; mentre nel taoismo l’umiltà compare come una prerogativa dell’uomo saggio.
(altro…)Fine dell’Analisi e Tempo Vissuto
Quasi sempre durante un’analisi arriva un momento in cui il paziente, saggiamente verrebbe da dire, inizia a chiedersi e a chiedere come si fa a capire se il percorso è terminato o sta terminando. E’ sempre un momento comprensibilmente delicato perché ci si trova in prossimità del concludere un rapporto, che per alcuni versi costituisce anche un legame affettivo particolare, che ha rivestito una certa importanza per un periodo talvolta anche discretamente lungo.
(altro…)Carlo Levi Letto In Un’Ottica Junghiana
Carlo Levi è stato un grandissimo scrittore e pittore, lo è stato a tal punto che è difficile stabilire in quale delle due arti eccellesse maggiormente. In questo breve articolo, che non ha nessuna pretesa di analizzare le opere di Levi dal punto di vista letterario e pittorico, ci soffermeremo principalmente su “Cristo si è fermato a Eboli” per mettere in luce alcuni aspetti psicologici presenti nelle opere di questo maestro di penna e pennello. Carlo Levi nacque a Torino nel 1902 da una famiglia di origine ebraica appartenente alla buona borghesia torinese.
(altro…)Ombra, Male, Sentimento
Nel corso della sua opera C.G. Jung tocca il tema dell'Ombra in tantissimi lavori. Lo fa già nel testo che ne segna il distacco da Freud, Simboli della Trasformazione, dove definisce l'Ombra “la parte inferiore della personalità”; ne “La Psicologia dell'Inconscio” nel momento in cui, distinguendo tra inconscio personale e collettivo, afferma che il primo coincide con l'Ombra personale e che nel secondo “Il diavolo è una variante dell'archetipo dell'Ombra”; nel monumentale lavoro sulla tipologia laddove suggerisce, per quanto poi il termine Ombra non compaia nelle definizioni, che l'introverso e l'estroverso sono l'uno l'Ombra dell'altro; ne “L'Io e l'inconscio” nel quale analizza le possibili conseguenze del contatto con l'Ombra; ne “Gli 'Archetipi dell'inconscio collettivo” dove sottolinea come l'Ombra sia un problema che coinvolge l'uomo nel suo complesso; ne “La Lotta con L'Ombra” e in „Presente e Futuro” che costituiscono scritti in cui mostra con estrema chiarezza come l'Ombra venga costantemente proiettata; e in tanti altri lavori che adesso, per non dilungare troppo l'esposizione, non verranno citati. (altro…)
Scrittura e Psicoterapia
Con l’avvento e la progressiva diffusione dei social network, di chat telefoniche, e di altre tecniche di comunicazione basate sulla brevità e sull'immediatezza, si è spesso temuto che la scrittura, un’attività lenta che inevitabilmente richiede tempo e pazienza, potesse scomparire. In realtà, come dimostrano il costante fiorire di corsi di scrittura, il crescente numero di libri di anno in anno pubblicati, la paventata scomparsa della scrittura non c’è stata. E’ interessante, in primo luogo, chiedersi come mai ciò non sia avvenuto. (altro…)
Stress, Crisi, Personalità
La parola stress fu coniata nell'immediato dopo guerra dal fisiologo Hans Selye per indicare, diversamente dall'uso quotidiano che se ne fa per descrivere uno stile di vita caotico e saturo di impegni, una ben precisa risposta dell’organismo. Il medico austriaco rilevò infatti come l’organismo in occasione di stimoli esterni in grado di alterare l’omeostasi interna rispondeva con un’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-midollare del surrene capace di ripristinare la condizione omeostatica precedente. (altro…)
Immagine e Cinema
Un film può essere considerato un complesso prodotto artistico generato da suoni, musiche, parole e immagini. Senza questo intreccio di fattori un film oggigiorno non riusciremmo neanche a considerarlo tale, tuttavia indubbiamente le immagini ne costituiscono la materia prima. Basti semplicemente pensare che il cinema è stato muto dal 1895, anno della prima proiezione in sala dei fratelli Lumière, fino al 1927, anno in cui uscì “Il Cantante di Jazz” ritenuto il primo film sonoro. Alcuni capolavori assoluti della storia del cinema, quali i film di Stanley Kubrick “Arancia Meccanica” o “Odissea 2001 Nello Spazio”, sono film che contengono pochissimi dialoghi e che lasciano che siano le immagini a “parlare”, ad evocare, a trascinare, lo spettatore dentro il film. (altro…)
Natura e Psiche
Il titolo di quest’articolo, Natura e Psiche, potrebbe indurre a pensare che ci si stia occupando di un ambito, la Natura, lontano e che nulla ha a che vedere con la psicologia. In realtà ad essere limitante è il ritenere che i fenomeni psichici siano osservabili solo all’interno degli studi clinici e nei laboratori di psicologia sperimentale. Con Carl Gustav Jung possiamo ricordare che “proprio in quanto psicologi abbiamo anzitutto il compito e il dovere di comprendere la situazione psichica del nostro tempo e di scorgere chiaramente quali problemi e sfide ci sottoponga il presente.” (Carl Gustav Jung, Opere Vol. 16°, “Che Cos’è La Psicoterapia?”) (altro…)
Il Simbolo nella Concezione di Carl Gustav Jung
Carl Gustav Jung è stato lo psicoanalista che più di ogni altro si è occupato di simboli nella storia della psicologia del profondo. A tal proposito basta ricordare che nella sua decennale carriera ha analizzato più di ottantamila sogni, si è dedicato alle mitologie, alle religioni e all’alchimia. (altro…)
Il Concetto di Ombra in Jung e nella Psicologia Analitica
Nel corso della sua brillante, ma vasta opera, Jung analizza il concetto di Ombra da diverse prospettive. Da un punto di vista descrittivo, come per esempio fa nel Seminario sull’Analisi dei Sogni, considera Ombra tutto ciò che non è cosciente. Da un punto di vista strutturale pone l’Ombra agli antipodi della Persona, la “maschera” con cui ci si presenta al mondo, definendola quella “componente della personalità che generalmente ha segno negativo” (Jung, 1942-1948, pag. 191). (altro…)
L’Uso Psicoterapeutico della Fiaba: il Lavoro di Verena Kast
Nel suo lavoro psicoterapeutico con la fiaba Verena Kast sviluppa una premessa teorica tipicamente junghiana: se le fiabe sono rappresentazioni simboliche di determinati problemi, la singola fiaba che “tocca emotivamente” una specifica persona riesce a farlo perché esprime simbolicamente un conflitto inconscio, carico da un punto di vista emotivo, presente nella persona stessa. (altro…)
Le Fiabe Viste dalla Psicologia Analitica: il Lavoro di Marie-Louise Von Franz
Prima di parlare dell’enorme lavoro svolto da Marie-Louise Von Franz sull’interpretazione psicologica delle fiabe, mi sembra interessante fermarsi un pochino a riflettere sulla struttura letteraria della fiaba, e vista proprio questa scarna struttura, sul sorprendente successo di cui hanno sempre goduto. (altro…)
Un Punto di Vista Junghiano sul Paziente Borderline
1.1 Uno sguardo generale sul disturbo borderline Prima di introdurre il contributo di Schwartz-Salant al trattamento del paziente con disturbo borderline di personalità, trovo opportuno prendere in considerazione quanto evidenziano i principali studi sugli esiti del trattamento presenti in letteratura. (altro…)
La Paranoia nel Lavoro di James Hillman
Un uomo è convinto di essere morto e dice, con assoluta certezza, al suo medico curante: “Sono morto”. Tra i due inizia subito un’aspra discussione, il medico fa appello ai sentimenti dell’uomo verso la famiglia, verso la vita, ma non ottiene nessun risultato. Il medico, poi, per indurlo a maggiore ragionevolezza fa notare l’intrinseca contraddizione di una frase “sono morto”, per il semplice motivo che un morto non può essere in grado di dire di essere morto. Ma anche queste argomentazioni del medico non sortiscono nessun effetto. (altro…)
Immaginazione e Realtà
Il rifugiarsi in fantasia, il fantasticare, è sempre stato visto con un certo sospetto dal mondo della psicoanalisi, perché considerato, facendo ricorso ad una definizione da dizionario usata da Vittorio Lingiardi, per lo più un “mezzo per non affrontare o risolvere problemi esterni e/o come modo di esprimere e soddisfare i propri sentimenti e desideri” (Lingiardi 1994, pag. 151). Il classico sognare ad occhi aperti, a cui talvolta chiunque ricorre, e che a livello psicologico somiglia ad un ritiro nel quale trovare un po’ di ristoro affettivo. Una possibilità, quest’ultima, che è sempre presente in ognuno di noi, se è vero come sosteneva Sigmund Freud, che l’essere umano nasce in una condizione in cui è completamente assorbito in se stesso, da egli chiamata di narcisismo primario, per passare solo successivamente ad una più relazionale ed aperta agli altri. In altre parole, una possibilità regressiva presente in tutti, che rischia di diventare psicologicamente pericolosa se tramutata in un cronico meccanismo difensivo. (altro…)
L’Immaginazione Attiva
Nel periodo seguente la rottura con Freud, Jung, attraversò alcuni anni di malattia creativa, (Ellenberg 1970), da cui riuscì ad emergerne grazie ad un confronto diretto con le immagini dell’inconscio. Le immagini principali della vita di Jung, cioè Elia, Salomè, Filemone, Ka, erano delle personificazioni dell’inconscio successive a sogni che egli stesso dipinse, oppure che scaturirono da fantasie necessarie ad ampliare quanto stava accadendo in quella fase della sua vita. (altro…)
L’Attualità di un Approccio Psicologico del Profondo
Nel corso della sua ormai più che centenaria storia, la psicoanalisi è stato spesso oggetto di critiche per il suo essere valutata da alcuni come poco scientifica. Uno dei maggiori critici di Freud, fondatore della disciplina, è stato il filosofo di origine austriaca Karl Popper. Secondo questo studioso un’ipotesi scientifica è tale solo se è falsificabile. (altro…)
Alcune Osservazioni Sul Concetto di Resilienza
Il termine resilienza viene usato in fisica e in ingegneria per designare la capacità elastica che ha un corpo o un metallo di tornare al suo stato anteriore in seguito all’aver subito una deformazione o pressione. Implicando quindi la resistenza di un materiale nel reggere degli urti senza spezzarsi, ha goduto e gode di una certa popolarità in ambito psicologico laddove tende ad indicare le capacità di una persona di organizzarsi e di reagire, senza esserne travolta, dinanzi agli eventi avversi della vita. Entrando nello specifico della letteratura psicologica, il termine resilienza, ha fatto la sua comparsa all’interno di un ormai celebre studio realizzato da Werner e Smith. (altro…)
La Proiezione: Un Ponte Tra Coscienza E Inconscio
“L’Enciclopedia della Psicoanalisi” redatta da Laplanche e Pontalis, di estrazione culturale freudiana, definisce la proiezione come “un’operazione con cui il soggetto espelle da sé e localizza nell’altro, persona o cosa, delle qualità, dei sentimenti, dei desideri e perfino degli oggetti, che egli non riconosce in se.” Aggiunge poco più avanti che si “tratta di una difesa molto arcaica”, anche se talvolta presente in “modi di pensare normali come la superstizione” (Laplanche e Pontalis, 1995, pag. 439). (altro…)
Senso di Colpa e Senso di Completezza
Una delle grandi lezioni della psicoanalisi è stata quella di porre l’origine del senso di colpa in relazione alle primordiali pulsioni aggressive del bambino verso uno dei due genitori. In Freud, e in misura ancora maggiore nel lavoro di Melanie Klein, tale legame è molto evidente. Se per Freud infatti il senso di colpa è da collegare alla rivalità che il bambino nutre verso il genitore dello stesso sesso durante la fase edipica, e proprio grazie ad esso riuscirà a superare tale momento cruciale dello sviluppo perché favorirà di li a breve un’identificazione con il genitore dello stesso sesso; per la Klein esso è invece qualcosa di presente fin dalle primissime settimane di vita del bambino. (altro…)
Il Padre in Occidente: dall’Antica Grecia ai Giorni Nostri
Nella Teogonia di Esiodo è possibile notare come il racconto della genesi delle divinità conduca progressivamente al regno di Zeus, padre degli dei. In principio fu il Caos, inteso come possibilità di apertura, da cui emerse, Gea,la Terra. La Terra per estensione generò Urano, il Cielo. Insieme generarono i Ciclopi, fabbricanti di tuoni e fulmini, potenze del cielo. (altro…)
Conseguenze Psicologiche dell’Assenza del Padre
Volendo dare un seguito al discorso sul padre iniziato con il precedente articolo “Il Padre in Occidente: dall’ Antica Grecia ai giorni nostri”, possiamo notare come nelle sue opere Carl Gustav Jung analizzi il padre da due differenti livelli: archetipico e personale. (altro…)
I Padri Contemporanei
Secondo Pietropolli Charmet (2001), i padri attuali svolgono un ruolo molto più affettivo che normativo rispetto ai padri delle precedenti generazioni. In termini più concreti, secondo questo autore, i padri attuali si occupano più della felicità del figlio, attraverso l’aiuto nel soddisfare i bisogni di quest’ultimo, piuttosto che del trasmettere regole e valori; considera cioè, volendo utilizzare le parole dell’autore, i padri contemporanei più “naturali” che “culturali”. (altro…)
Vicinanza e Distanza tra Padre e Figlia
“Il padre è la prima esperienza che una donna ha del maschile. Il padre da un modello importante per il modo in cui la figlia si metterà in rapporto con gli uomini e con il proprio aspetto maschile interiore.” Con queste parole Linda Leonard (1985, pag. 87) spiega con lucida consapevolezza il perché abbia incentrato molte delle sue energie e attenzioni di studiosa di psicologia del profondo sul rapporto che intercorre tra padre e figlia. (altro…)
Lo Sviluppo Femminile in Erich Neumann
Non diversamente da altri studiosi, per esempio dal biologo Portmann o dallo psicoanalista Winnicott, Erich Neumann ha osservato come l’infante nei primi mesi di vita non percepisca l’altro come separato da sé. A differenza di altri, rivelando in tal modo una certa originalità, si è tuttavia domandato come cambi lo sviluppo della bambina da quello del bambino nel momento in cui entrambi effettivamente considerano l’altro come Altro da sé. Per la bambina l’Altro, generalmente la madre, non è poi così diverso. (altro…)
Implicazioni Cliniche del Complesso Materno nella Donna
In “Considerazioni generali sulla teoria dei complessi” Carl Gustav Jung cerca sia di illustrare scrupolosamente cosa intendesse per complesso psichico a tonalità affettiva, sia di fornirne anche una definizione esaustiva. Esattamente scrive: “Che cosa è allora, in termini scientifici, un complesso a tonalità affettiva? E’ l’immagine di una determinata situazione psichica caratterizzata in senso vivacemente emotivo che si dimostra inoltre incompatibile con l’abituale condizione o atteggiamento della coscienza. Questa immagine possiede una forte compattezza interna, ha una sua completezza e dispone di un grado relativamente alto di autonomia, il che significa che è sottoposta soltanto in misura limitata alle disposizioni della coscienza, come un corpus alienum animato. Il complesso può di solito essere represso con uno sforzo di volontà, ma non eliminato e quando si presenta l’occasione opportuna riemerge con tutta la sua forza originaria.” (Jung, 1934, Op. Vol. 8, pag. 113). (altro…)
Riti di Passaggio e Riti di Iniziazione
I termini riti di passaggio e riti di iniziazione vengono generalmente usati in modo intercambiabile, anche se tale intercambiabilità pare talvolta, come osservato da Brelich, non del tutto pertinente. I riti di iniziazione pongono infatti maggiormente l’accento su una dimensione intrapsichica e spirituale che intraprende in maniera radicale e precisa, come se si trattasse di una strada ben tracciata, il soggetto che si sottopone al rito stesso; mentre i riti di passaggio, delineando sostanzialmente una transizione da una condizione sociale ad un’altra, il più delle volte da infante ad adulto, necessaria a tutelare la coesione della società a cui si appartiene, paiono porre una maggiore enfasi sulla dimensione psicosociale dell’identità dell’individuo stesso che si sottopone, o viene sottoposto, al rito. (altro…)
Una Lettura Psicologica di Antigone
“Antigone”, la tragedia greca scritta da Sofocle nel 442 a.c., è stata ed è da molti considerata la tragedia per eccellenza partorita dall’Antica Grecia. In letteratura e filosofia è possibile rintracciare numerosi lodevoli commenti per l’eroina greca: basti ricordare che Hegel la definì “Antigone celeste”, oppure che D’Annunzio la invocò chiamandola “Antigone dall’anima di luce”. Antigone è stata tradotta in quasi tutte le lingue del mondo ed ha avuto più di 1500 recensioni (Corriere della Sera 2005). (altro…)
Il Senso d’Identità Nella Persona Straniera
Sempre più spesso in ambito psicoterapeutico capita di ricevere nel proprio studio persone straniere. Generalmente si tratta di immigrati che, vivendo ormai da un certo tempo in Italia, si interrogano sulla loro appartenenza, sulla qualità dei loro legami, in una sola parola sulla propria “identità”. Spesso la decisione di rivolgersi ad un terapeuta coincide con qualche evento, per così dire scatenante, che porta in primo piano il tema dell’identità personale. (altro…)
Complessi e Diagnosi Croniche
La disabilità è possibile metterla in relazione al grado di autonomia di una persona: minore è la possibilità/capacità di muoversi autonomamente nella vita, maggiore è il peso esistenziale che la disabilità assume per coloro che manifestano delle disabilità. La tematica “disabilità” viene generalmente affrontata da una prospettiva legislativa e sociale: si cerca di favorire il reinserimento lavorativo della persona diversamente abile, ci si impegna per l’abbattimento delle barriere architettoniche, si testano soluzioni per favorire l’apprendimento scolastico, e via dicendo. Iniziative e prospettive encomiabili che hanno certamente contribuito nel far sviluppare una più attenta sensibilità al tema, rispetto ai decenni precedenti, ma che non sono riuscite a debellare del tutto, come il brillante lavoro di Ervin Goffman mostra chiaramente, un atteggiamento di stigmatizzazione sociale, sostanziato da una sfiducia di fondo verso il disabile, comunque ampiamente diffuso verso la disabilità in genere. (altro…)
Adolescenza
Violenza Giovanile e Analfabetismo Emotivo: Famiglie e Scuola Possono Fare Qualcosa?
“Che sta succedendo? Perché tanta violenza tra i giovani?”, sono domande che il mondo adulto si pone sempre con maggiore frequenza in seguito a recenti fatti di cronaca, vedi su tutti lo stupro di Caivano perpetrato per mesi da più adolescenti ai danni di due ragazzine indifese di 10 e 12 anni, che hanno scosso e inquietato l’intera l’opinione pubblica. Si può rispondere a questi interrogativi? Difficile dirlo, ma un tentativo in tal senso può essere avanzato non dimenticando mai l’evenienza che un argomento così complesso può essere affrontato da diverse prospettive - come quella sociologica o quella psicologica - che, in ogni caso, non riescono mai ad esaurire l’argomento, perché è come se ognuna di esse cogliesse un qualche frammento di un puzzle che nel complesso è difficile da ricostruire in toto.
(altro…)Adolescenti e Adulti a Confronto
“Fino ad una settimana prima giocavo a calcio, andavo in giro e tornavo a casa tutto sudato, ed ero solo felice e preso da quello che facevo, una settimana dopo tutto di un colpo mi interessava moltissimo il giudizio degli altri, volevo vestire solo in un certo modo, avere un certo look, perché non volevo assolutamente più sembrare un bambino, ed inoltre avevo occhi e orecchie solo per le ragazze…”. Parole che non di rado si ascoltano nel momento in cui si incontra un adolescente, e che più di mille parole tecniche e specialistiche rendono l’atmosfera di cosa possa significare entrare nell’adolescenza: ritrovarsi catapultati improvvisamente e inaspettatamente in una condizione nuova, affascinante e al contempo angosciante.
(altro…)Bullismo e Cyberbullismo: L’Importanza di Parlarne
Il bullismo si caratterizza per la presenza di comportamenti intenzionalmente aggressivi dal punto di vista psicologico, fisico e verbale, verso un ragazzo o una ragazza senza che ce ne sia una ragione. Il bullismo è infatti intriso di un’aggressività gratuita che ha il solo scopo di arrecare disagio e/o dolore nella vittima, prendendone di mira o una caratteristica di personalità, o una fisica, o la condizione familiare, o l’etnia. Una persona può così essere criticata per l’altezza, per il timbro di voce, per la sua timidezza, per l’essere sensibile, per l’omosessualità, per la famiglia d’origine, per la provenienza geografica, o per altri aspetti che non dipendono da quella specifica persona, e che né possono essere considerati né un merito, né una colpa.
(altro…)Scuola, Insegnanti, Burn-Out
Una ricerca piuttosto ampia realizzata qualche anno addietro dall’’Università “La Sapienza” di Roma volta ad indagare la presenza di burn-out negli insegnanti di scuole elementari, medie, e superiori, ha rivelato che il 31% dei docenti [1] ha sperimentato almeno una volta durante la carriera professionale un periodo di burn-out. Sempre da questa ricerca è emerso come il burn-out sia una condizione di pesante e faticosa demotivazione verso il lavoro in grado di colpire in maniera trasversale maschi e femmine, a prescindere dal grado di scuola in cui lavorano, e che ha più possibilità di manifestarsi in coloro che prestano servizio presso la scuola da più anni.
(altro…)Adolescenza e Lato Puer Aeternus della Psiche
Nel saggio “Divinazione e Sincronicità” Marie-Louise Von Franz scrive che per Jung gli archetipi sono “nuclei dinamici della psiche” che, per quanto inconoscibili in se per sé, esercitano il loro effetto sotto forma di immagini archetipiche, ovvero delle immagini guida, che influenzano in maniera significativa il percepire-sentire-agire di qualunque individuo. In sostanza, nessun individuo arriva al mondo come una tabula rasa.
(altro…)Dialogo Psicologico con i Figli e Autenticità
Il dialogo è uno di quegli elementi dell’esistenza familiare di cui se ne coglie appieno l’importanza nel momento in cui è assente o è mancato. Spesso lo si rivaluta ex post, quando ormai qualche “disastro” è avvenuto. Non di rado questa rivalutazione dell’arte del dialogare sì verifica quando qualcosa ha fatto male e/o ci ha fatto male. Un genitore di un figlio adolescente, per esempio, si rende conto di quanto sia così nell’attimo in cui inizia a vedere che il suo bambino gli è un perfetto sconosciuto che è incappato in qualche difficoltà critica: in una bocciatura, in un uso disinvolto di droghe, in un brutto giro di amicizie, in atti di bullismo o vandalismo, o è caduto dentro una vita solo virtuale e di social nella quale il genitore fatica anche ad avere gli strumenti concettuali per muoversi in un mondo che per alcuni versi pare un altro mondo. (altro…)
Ritratto di un Adolescente: Il Giovane Holden
Il 16 Luglio del 1951 è stato pubblicato “Il Giovane Holden” di Jerome David Salinger, uno dei capolavori assoluti della letteratura del Novecento. Considerarlo un romanzo di formazione, per quanto la vicenda ruoti intorno all’espulsione scolastica del 17enne omonimo protagonista del romanzo Holden Caulfield che, a seguito di ciò, si ritrova a vagare catturato dal suo caleidoscopio emotivo in una New York pre-natalizia, sarebbe certamente riduttivo. (altro…)
Adolescenza e Psicofarmaci
La tendenza al consumo di psicofarmaci nel periodo adolescenziale è in aumento nei paesi occidentali, e naturalmente ciò sta richiamando l’attenzione degli specialisti in materia sul perché, o sui perché, di tale fenomeno e sulla sua opportunità. Ma partiamo da qualche numero per inquadrare meglio l’ampiezza di tale trend. (altro…)
La Crisi Adolescenziale: Quando Diviene Pericolosa
Il vocabolario della lingua italiana Devoto-Oli definisce la parola “crisi” come “una perturbazione o improvvisa modificazione nella vita di un individuo o di una collettività”. Il termine crisi implica di per se dei cambiamenti, e la necessità, per chi vuol superare la crisi stessa, di cambiare e di sapersi trasformare. Da questa prospettiva l’adolescenza costituisce una crisi esistenziale che non può essere elusa. (altro…)
Adolescenza: un Ponte Verso il Futuro
L’adolescenza è un periodo evolutivo costituito da dinamiche molto complesse e particolari. Lo sviluppo fisico e sessuale, il distacco, voluto e temuto contemporaneamente dalle figure genitoriali, la ricerca di un’identità personale più definita, sono gli aspetti che caratterizzano maggiormente questa fase della crescita, spesso indicata come tumultuosa, problematica o più genericamente “non facile”. (altro…)
L’Adolescenza Interminabile: Aspetti Sociali e Psicologici
Se c'è un periodo della vita che più di ogni altro può essere paragonato ad una seconda nascita, persino da un punto di vista biologico, questo periodo è senza dubbio l'adolescenza. Se infatti è vero che ogni fase della vita comporta dei cambiamenti psichici e fisici, si pensi per esempio all'età infantile o all'invecchiamento, è anche vero che i cambiamenti che impone l'adolescenza si caratterizzano per il loro presentarsi in modo drammaticamente rapido, rapidità per lo più estranea agli altri periodi dell'esistenza. (altro…)
Scuola, Famiglie, Personalità dell’Insegnante
Negli ultimi decenni la società è mutata profondamente, si è trasformata, per ricorrere ad una felice definizione di Zygmunt Bauman, da solida in liquida. Ovvero si è liquefatta la fermezza, se si vuole la rigidità, di istituzioni educative e non volte a determinare il comportamento degli individui in favore di una maggiore fluidità che garantisce una maggiore libertà di scelta personale, ma anche una maggiore responsabilità individuale che talvolta risulta disorientante. Basti pensare a come sono cambiate le famiglie dal dopoguerra ad oggi, non più ormai caratterizzate da una certa distanza tra genitori e figli e da una rigida divisione dei ruoli, bensì da una condivisione, talvolta anche eccessiva, tra genitori e figli e da una interscambiabilità nei ruoli genitoriali fino a pochi decenni fa realmente inimmaginabile. (altro…)
Famiglie Attuali e Condivisione
La famiglia, intesa come un’istituzione ben delineata e con un suo modo specifico di funzionare, si è trasformata e modificata talmente tanto negli ultimi decenni che pare decisamente più aderente alla realtà parlare di famiglie al plurale e non semplicemente di famiglia. (altro…)
Famiglie Attuali tra Prestazione e Percorso
In un recente articolo pubblicato su questo sito, “Famiglie Attuali e Condivisione”, viene posto in evidenza come l’eccesso orizzontalità e condivisione caratterizzante attualmente molte relazioni genitori-figli può comportare una marcata tendenza a proteggere i ragazzi che non ne facilità la crescita. Un terreno classico dove rischia di accadere ciò è costituito dalla scuola. In un bel libro sul rapporto che i genitori hanno con la scuola, “Sono puri i loro sogni” dal significativo sottotitolo “Lettera a noi genitori sulla scuola” (2017), Matteo Bussola analizza come i rapporti genitori – insegnanti siano spesso intrisi di sospettosità e da un mancato riconoscimento dell’autorevolezza dell’insegnante. Racconta mille esempi tratti dalla sua esperienza quotidiana di giornalista e padre di tre figli dai quali si evince come i genitori siano tendenzialmente portati a tutelare i loro figli a prescindere, per un richiamo, per un pessimo voto, per un conflitto con un professore, o per una bocciatura.
(altro…)Sessualità e Relazioni
L’Importanza del “No” Nelle Varie Età
Chiunque abbia avuto dei figli piccoli ricorderà come intorno ai due-tre anni il proprio bambino abbia iniziato, con una fierezza e una determinazione fino ad allora sconosciuta, a dire dei “no”. Molti genitori avranno altresì memoria di come in quel periodo, dinanzi a “no” tanto fermi e netti del loro bambino, non potessero fare a meno di chiedersi continuamente dove essi sbagliassero. Ma il punto centrale non era, così come non lo è per i genitori di oggi, quello: non è questione, almeno il più delle volte, di individuare la presenza di chissà quali errori genitoriali, quanto di mettere in conto che il “no” dei bambini di ieri e di oggi costituiva e costituisce una fisiologica e necessaria tappa evolutiva dello sviluppo. Perché il “no” pone una differenza, fa capire che al bambino egli è una persona con una sua volontà e con desideri che non necessariamente coincidono con quelli di chi se ne prende cura. Il “no”, in parole sintetiche, aiuta il bambino a cogliere che egli non è solo una copia dei genitori. (altro…)
“Lettera di una Sconosciuta”: Il Dramma di un Amore non Corrisposto
“Lettera di una sconosciuta” di Stefan Zweig è un romanzo breve del 1922, scritto in maniera elegante e raffinata, che ha la capacità di lasciare basiti e di stucco. In un certo senso, è come se il lettore fosse portato a chiedersi: “Ma è possibile che questa storia vada così?” La storia, in sintesi, è questa: un romanziere quarantunenne, affermato e benestante, riceve di soppiatto una corposa lettera dentro un plico non firmato. A scrivergli è una donna che l’ha sempre amato, che gli ha dato anche un figlio – morto da un giorno e che per questo, avvinta dalla disperazione, si è decisa a raccontagli tutto - , ma che, paradossalmente, lui non ha mai conosciuta, o meglio che da lui non è mai stata riconosciuta. (altro…)
Il Ghosting
Se c’è una parola che negli ultimi anni ha conosciuto una diffusione a macchia d’olio, in ambito psicologico e non, questa certamente è ghosting. Con essa ci si riferisce al fatto che una persona, prima presente, affettuosa, calorosa, intima, improvvisamente e di punto in bianco, senza spiegazione alcuna, scompare dall’orizzonte. La persona non risponde più a chiamate, sms, blocca ovunque, diviene, come l’etimologia inglese del termine suggerisce, un fantasma.
(altro…)Social e Solitudine
Prima dell’inizio del periodo che gli addetti ai lavori definiscono Internet 2.0, ovvero il periodo iniziato nel 2004 con la nascita del primo social network, cioè Facebook, basato sulla condivisone – interazione tra utenti, Internet veniva usato principalmente per approfondire, studiare, fare ricerche, in una maniera non così dissimile dalla vecchia enciclopedia cartacea. Dal 2004 in poi, invece, l’uso di internet più in relazione ai social network che ad altro è stato via via più evidente. Senza dilungarsi troppo su ciò, basti pensare che dopo l’avvento di Facebook sono nati in ordine cronologico, limitandoci solo a i più diffusi, prima YouTube nel 2005, poi Twitter nel 2006, poi WhatsApp nel 2009, dopo Instagram nel 2010, dopo ancora Telegram nel 2013, e infine TikTok nel 2016.
(altro…)Considerazioni Psicologiche sul Revenge Porn
Il nostro Paese ha approvato nel luglio del 2019 una legge sul “revenge porn”, ovvero una norma che vieta la diffusione di materiale esplicitamente sessuale senza il consenso della persona interessata, punendo tale condotta con una pena che può arrivare fino a 6 anni di reclusione.
(altro…)Relazioni di Coppia e Società Liquida
Il noto studioso di fenomeni sociali, Zygmunt Bauman, ha utilizzato la metafora della liquidità, ovvero sia l’opposto di un qualcosa di solido e duraturo, per descrivere il modo in cui le relazioni interpersonali, lavorative e sociali si sono attenuate nella nostra società. Per cogliere meglio l’essenza del pensiero di Bauman, si pensi per un attimo a come i bambini delle ultime generazioni siano inclini a cambiare frequentemente i loro giocattoli, che di fatto vengono usati con una modalità “usa e getta” nella quale il nuovo giocattolo-oggetto va a sostituire velocemente il vecchio. E’ come se i bambini rischiassero di rincorrere sempre l’ultimo uscito, l’emozione che il nuovo gioco può suscitare, il desiderio che può attivare, a discapito di un rapporto più affettivo e duraturo con il vecchio. Tutto avviene in una maniera rapida e fluida.
(altro…)Potenzialità del Lavoro per il Paziente Inserito in Comunità Terapeutica
Uno dei principali obiettivi terapeutici di qualunque Comunità Terapeutica Riabilitativa è certamente quello di aumentare l’autonomia, definibile in senso lato come la capacità di occuparsi di sé, della persona. Considerata tale premessa, un percorso riabilitativo non può tralasciare di occuparsi anche del reinserimento lavorativo e sociale del paziente. Da un punto di vista clinico, il paziente psicotico pare caratterizzato dall’avere un Io “destrutturato” (Jung 1916) non in grado di reggere la pervasività dei contenuti inconsci personali ed archetipici. Ricorrendo ad un linguaggio visivo possiamo immaginare che nella persona psicotica la compattezza dell’Io si è come dissolta fra dei nodi psichici, paragonabili a frammenti rocciosi, che hanno minato e frantumato la personalità nel suo complesso. In un certo senso è come se la persona psicotica si trovasse in un labirinto psichico che le tormenta il pensiero e le emozioni. (altro…)
Eiaculazione Precoce e Fuga dalla Relazione
L'eiaculazione precoce è una forma di disagio “recente”, per tale ragione non è stato facile arrivare ad una sua definizione ampiamente condivisa dagli esperti in materia. Non che prima non esistesse, semplicemente non diveniva oggetto di studio perché non veniva percepita soggettivamente come una difficoltà che limita sia l’espressione della sessualità maschile, sia la vita della coppia. (altro…)
Autodiagnosi per la Disfunzione Erettile: l’Importanza di Intervenire a Livello Psicoterapeutico
Qui sotto viene pubblicato un test, l’Indice Internazionale delle Disfunzione Erettile (lief), che va ad indagare la funzione sessuale, con lo scopo di individuare quelle situazioni che potrebbero necessitare di un approfondimento con uno specialista. (altro…)
Il Vaginismo
Con il termine vaginismo si intende una contrazione involontaria del terzo esterno della vagina e della muscolatura perineale che si verifica nel momento in cui c’è un tentativo di penetrazione mediante il pene, un dito o un oggetto, o al solo immaginare l’atto sessuale, nonostante nella donna sia presente il desiderio di vivere in maniera completa la sessualità. (altro…)
La Coppia Oggi
Le statistiche sulle coppie di oggi non sono affatto incoraggianti: la percentuale di divorzi si avvicina al 50% e per molte coppie che rimangono insieme, come purtroppo spesso mostrano frequenti fatti di cronaca, le cose non sembrano andare particolarmente bene. Viene spontaneo chiedersi perche’ l’uomo e la donna si cercano, perche’ si sposano o comunque diventano compagni di vita? (altro…)
La Dipendenza Affettiva
La dipendenza affettiva è una condizione relazionale caratterizzata da una cronica assenza di reciprocità. Il dipendente affettivo fatica nel conservare la propria individualità in un rapporto, a mettere dei confini fra se stesso e l’altro. Si attacca eccessivamente , nutre l’ aspettativa che il proprio benessere dipenda dall’altro, teme costantemente l’abbandono, la solitudine, e proprio tali paure lo portano ad essere sempre più geloso ed ossessivo verso il partner. (altro…)
Quando l’Amore fa Paura
L’uomo è da sempre considerato un “animale sociale”, che necessita in maniera equilibrata sia del gruppo, sia di un’intimità esclusiva caratteristica del legame sentimentale di coppia. Negli ultimi anni, tuttavia, l’intimità sembra più temuta ed evitata che ricercata. Il fenomeno sempre più ampio dell’essere single, o la quantità di coppie che conoscono una durata molto breve, è infatti un qualcosa di ben osservabile da chiunque. (altro…)
Omofobia Interiorizzata e Omosessualità
Il termine omofobia, attualmente spesso sostituito dalla parola “omonegatività” , è stato introdotto per la prima volta nel 1972 dallo psicologo George Weinberg. Esso definisce l’insieme di timori, ostilità, odio avversione, comportamenti e opinioni discriminatorie nei riguardi di gay o lesbiche. (altro…)
I Sensi di Colpa nel Genitore
Per Sigmund Freud il senso di colpa è inevitabilmente legato allo sviluppo dell’uomo, giacché egli è inserito in un ambiente sociale e quindi obbligato a reprimere istinti che sarebbero incompatibili con la vita civile. Nell’argomentare meglio la sua teoria, Freud, colloca l’origine del senso di colpa in relazione alla fase edipica. Nel periodo in cui un bambino inizierebbe a desiderare incestuosamente per se la madre e a sperimentare, in virtù di ciò, una contemporanea aggressività e rivalità verso il padre, farebbe esperienza anche di un’angoscia da castrazione che darebbe poi origine al primordiale senso di colpa. Senso di colpa risolvibile solo tramite il superamento della stessa fase edipica: una rinuncia ad un voler possedere la madre per mezzo di un’identificazione con il padre. (altro…)
Psicologia e Emozioni
Eccesso di Competitività e Invidia
La competitività è uno dei tratti più distintivi della nostra società, lo è a tal punto che è possibile scovarla un pochino ovunque: nei bambini delle elementari che sono costantemente valutati, e implicitamente portati al confronto l’uno con l’altro, attraverso voti di giudizio espressi in numeri; in dei ragazzini che si affacciano a qualunque sport, i quali non fanno neanche in tempo ad iniziarlo che già cominciano a partecipare a delle gare; in quei numerosi adolescenti affamati di likes sui social e che per ottenerli paiono essere in eterna competizione con i loro pari; tra aziende che lottano senza esclusione di colpi per avere il maggior numero possibile di recensioni positive su sé stesse; e via dicendo, poiché questi non sono che pochi esempi rintracciabili facilmente nel quotidiano di ognuno.
(altro…)L’Importanza Psicologica dello Stupore: Come Coltivarlo in Psicoterapia
L’enciclopedia Treccani definisce lo stupore come una “forte sensazione di meraviglia e sorpresa, tale da togliere quasi la capacità di parlare e di agire”. Esso ha a che fare con la curiosità, con il restare a bocca aperta, con l’incanto dovuto al trovarsi davanti a qualcosa di più grande.
(altro…)La Rabbia e il Fermarsi
La rabbia, insieme alla felicità - alla paura - alla tristezza - al disgusto, è generalmente considerata una delle emozioni di base dell’uomo. E’ un’emozione primaria perché, al pari delle altre già citate emozioni di base, svolge una funzione adattiva: davanti ad una minaccia o ad un pericolo essa facilita l’attivazione di una risposta adeguata che sia capace di fronteggiare la stessa situazione minacciosa/pericolosa che l’ha inizialmente innescata.
(altro…)La Psicoterapia Con l’Anziano
“E’ utile la psicoterapia per la persona anziana?” è una domanda più che legittima che spesso viene rivolta da familiari giovani dell’anziano, e/o dall’anziano stesso, prima dell’inizio di un percorso terapeutico che coinvolge una persona con un’età avanzata. Il dubbio che tale domanda contiene in sé è relativo al fatto che in genere si ritiene che per l’anziano nulla possa cambiare in meglio sia perché le scelte della vita sono già state compiute, sia perché la maggior parte della vita è già trascorsa, sia perché si da per scontato che in ogni caso la mente e il corpo andranno a deteriorarsi.
(altro…)La Razionalità e i Suoi Necessari Contrappesi
In linea generale il pensiero economico e sociologico, in particolare dagli studi di Adam Smith pubblicati nel 1776 in “La Ricchezza delle Nazioni”, ha sempre ritenuto la razionalità lo strumento per eccellenza al fine di prendere decisioni efficaci e capaci di garantire un risultato al singolo individuo. Per esempio, l’economia, intesa come scienza, postula che l’homo oeconomicus sia mosso da un intimo principio edonistico che lo porta a cercare di realizzare il massimo risultato con il minimo sforzo.
(altro…)L’Alessitimia
Il termine alessitimia, proveniente dal greco alexithymia e traducibile letteralmente con “mancanza di parole per le emozioni”, indica sostanzialmente una certa difficoltà nel riconoscere e verbalizzare le emozioni in sé stessi e negli altri. Tale parola, alessitimia, è entrata nel linguaggio psicologico pochi decenni orsono, più esattamente nel 1976, grazie al lavoro di Peter Sifneos da egli stesso presentato nell’XI Conferenza Europea sulle Ricerche Psicosomatiche.
(altro…)Lutti Sospesi
Negli ultimi anni, forse sarebbe meglio dire negli ultimi due-tre decenni, la psichiatria e la psicologia si sono trovate a misurarsi sempre più con lutti per così dire „sospesi“. Naturalmente il tema lutto è da sempre presente nella letteratura specialistica in materia, basti semplicemente pensare che già Freud affrontò l’argomento in „Lutto e Melanconia“ nel 1915, o al fatto che ad esso hanno dedicato ampi studi e ricerche studiosi del calibro di Bolwby e Parker. Tuttavia mai come in questo periodo storico in cui la morte pare essersi eclissata dai costumi e riti sociali, trasformandosi così in un qualcosa di intimo e privato, il tema lutto è motivo di consultazione analitica.
(altro…)La Mediocrità nell’Età Adulta
In uno dei suoi scritti più noti e conosciuti, “Il Codice dell’Anima”, James Hillman si domanda se può esistere una mediocrità dell’anima. Risponde di no a tale questione, e nel farlo ricorda a tutti noi, a dire il vero anche in maniera piuttosto persuasiva, che i due termini “mediocrità” e “anima” provengono da territori diversi. “Mediocrità” e “mediocre”, scevri dalle connotazioni di giudizio che spesso accompagnano queste due parole, indicano etimologicamente qualcosa che è nella media e ci conducono nell’ambito della statistica sociologica; mentre “anima” è quanto di più singolare e specifico possa esserci in un individuo. Basti anche pensare ai tanti aggettivi che possono accompagnare il termine “anima”: potremmo definirla saggia, vecchia, nobile, ferita, bella, indurita, ingenua, povera, semplice, ma non mediocre o con delle qualità che rimandano alla media. Riprendendo copiosamente il pensiero di Jung e dei classici greci in proposito, Hillman paragona l’anima ad una ghianda: come ogni ghianda da vita ad una quercia diversa, ogni anima viene al mondo con un suo daimon che da luogo ad uno sviluppo individuativo personale e unico. E nella vita, e per estensione in terapia, è sempre necessario confrontarsi con questo corredo con cui si viene al mondo.
(altro…)Camminare
Molti studi antropologici interessati a capire come è stata possibile l’evoluzione cerebrale degli ominidi [1] verso una struttura encefalica più simile a quella dell’homo sapiens, pongono l’accento sul come l’assunzione di una posizione progressivamente eretta abbia giocato un ruolo basilare rispetto a tale evoluzione. Spinti infatti da un significativo cambiamento climatico, circa 5 milioni di anni fa, gli ominidi furono costretti a scendere dagli alberi, sui quali trovavano cibo e riparo, e ad affrontare la vasta savana. La posizione bipede fu una necessità improrogabile perché permetteva spostamenti più ampi, consentiva di vedere, stando per forza di cose più alti, più lontano, e soprattutto liberava gli arti superiori per altre necessità. In altre parole, i nostri antenati camminando impararono a “mappare” mentalmente il territorio, ad esplorarlo, e se a ciò aggiungiamo come la libertà di usare le mani consentisse continue invenzioni di nuovi utensili e armi, intuiamo facilmente come il camminare abbia contribuito in maniera enorme alla storia dell’uomo, perché quest’azione costituisce la necessaria premessa per attività mentali raffinate. Non è eccessivo pensare che se gli ominidi non avessero imparato a camminare, l’uomo così come lo conosciamo oggi non sarebbe mai nato. Senza il camminare l’uomo non solo non avrebbe usato le mani, ma non avrebbe coltivato neanche la possibilità di essere intelligente e riflessivo.
(altro…)Malinconia e Melanconia
Con un felice paradosso il celebre scrittore Victor Hugo definì la malinconia “la gioia di sentirsi tristi”. Una gioia difficile da afferrare, legata spesso ad un dolce indugiare nella propria fantasia volto a ricercare non di rado una bellezza, un qualcosa, dai contorni sfumati: un amore che non è mai arrivato realmente, un sogno nel cassetto a cui si guarda con un piacevole mix di desiderio e rassegnazione. A differenza della nostalgia, nella quale si soffre per l’assenza di un passato ben specifico, la malinconia rimane uno stato d’animo di fondo maggiormente indeterminato. Un cuscino morbido, nel quale trovare un certo ristoro. “I migliori momenti dell’amore sono quelli di una quieta e dolce malinconia dove tu piangi e non sai di che , e quasi ti rassegni riposatamente a una sventura e non sai quale”, scrive Giacomo Leopardi nello Zibaldone con parole non lontane dal “naufragar m’è dolce in questo mare” che ritroveremo nella lirica più celebre, L’Infinito, dello stesso Leopardi. Per altri poeti, ad esempio per l’inglese John Milton, precedente al periodo leopardiano, la malinconia assume le sembianze femminili di una Musa, fonte di ispirazioni e visioni profonde. Scrive Milton ne “Il Penseroso”: Salve a te, o dea saggia e santa,/salve, assai divina Malinconia,/ il cui sacro volto troppo risplende/ per esser percepito dall’umana vista;/ perciò nella nostra debole visione/esso si vela di nero, tinta severa della Saggezza”. Un qualcosa di prezioso, di divino addirittura per Milton, che in John Keats (1819) diviene un’aspra dolcezza. (altro…)
L’Importanza di Rappresentare Psicologicamente il Dolore Cronico
Il dolore è un qualcosa che intuitivamente conosciamo tutti, e che certamente abbiamo avuto modo di sperimentare in qualche occasione, ma che è meno facilmente definibile rispetto a quanto potrebbe sembrare a prima vista. Perché in esso una componente oggettiva, uno stimolo doloroso, ed una componente percettiva soggettiva, ovvero la personalità della persona coinvolta, inevitabilmente si mischiano e confondono. Queste due componenti presenti nel dolore, la oggettiva e la soggettiva, le ritroviamo negli studi condotti da equipé internazionali che hanno provato a circoscrivere l’esperienza del dolore. Per esempio, nel 1979 l’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (International Association for the Study of Pain) descrive il dolore come “un’esperienza sensitiva ed emotiva spiacevole, associata ad un effettivo o potenziale danno tissutale o comunque descritta come tale”, e di tale descrizione troviamo un’eco nell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che definisce il dolore come “una sensazione spiacevole e un’esperienza emotiva dotata di un tono affettivo negativo associata a un danno tessutale potenziale o reale e, comunque, descritta in rapporto a tale danno”. (altro…)
La Noia: un Paradosso dei Nostri Giorni
La noia ha sempre suscitato l’attenzione e l’interesse di filosofi e letterati. Per Oscar Wilde era l’unico peccato per cui non esiste perdono. Per Charles Baudelaire la noia è legata ad un più ampio disagio esistenziale, ad una melanconia di cui la persona annoiata finisce quasi per compiacersi. Secondo Seneca, che più precisamente parla di taedium vitae, la noia nasce dal percepire il dolore nel mondo. (altro…)
Il Lamentarsi
Comunemente nella lingua italiana il verbo “lamentare” viene utilizzato sia in una forma impersonale, sia in una forma personale. Nel primo caso esprime per lo più un dolore, un rammarico, un rimpianto; nel secondo è di aiuto nel manifestare una delusione personale, una scontentezza, un certo risentimento per qualcosa. Per esempio, in maniera impersonale, si può dire “tutti lamentarono la sua morte”, mentre in maniera personale ci si può lamentare della propria cattiva sorte. Queste possibilità insite nel termine riflettono le sfumature psicologiche del lamentarsi. (altro…)
Essere Invidiati
“La ex del mio attuale compagno piagnucola al telefono ogni volta che parlano delle figlie, continua a dirgli che le bambine soffrono, che sono disagiate, che ha distrutto una famiglia per una…e via con una serie di offese impronunciabili. Con il suo tormento quotidiano sta spegnendo il nostro entusiasmo e ci costringe a vivere in uno stato di cronica tensione. Ogni volta che abbiamo un week end libero chiama perché c’è qualche emergenza da risolvere; per non poi parlare delle continue richieste economiche che sottopone ora per un motivo, ora per un altro… Tutto sommato, non vuole riconquistare l’ex marito, punta solo a destabilizzare la nostra coppia.” E’ solo un piccolo esempio tratto dalla pratica quotidiana, ed ovviamente se ne potrebbero scegliere molti altri, ma ha il pregio di far cogliere con immediatezza come l’essere oggetto di invidia possa far male, ferire, perché tale forma di invidia chiama direttamente in causa l’identità di un’altra persona. Punta a colpire quanto una persona ha, ma soprattutto quello che un individuo é. (altro…)
L’Invidia
L’invidia può essere definita come uno stato d’animo in cui prevalgono alternativamente il desiderio di possedere ardentemente un qualcosa che qualcun altro ha, e il desiderio di distruggere quanto l’altro ha o rappresenta. (altro…)
Gelosia
La gelosia ha sempre suscitato l’interesse della psicologia e della psicoanalisi. Uno dei primi studiosi sull’argomento è stato Sigmund Freud. In “Alcuni meccanismi nevrotici nella gelosia, paranoia e omosessualità”(1922), egli ha classificato la gelosia in tre diverse tipologie: quella competitiva o normale; quella proiettata; e infine quella delirante. (altro…)
La Vergogna
La vergogna è un’emozione decisamente paradossale. Da una parte sembrerebbe essere indicibile o comunque molto privata, “la cenerentola delle emozioni spiacevoli” per usare un’espressione dello psicoanalista Rycroft (1970), da un’altra parte parrebbe essere intrinsecamente legata all’altro, o per essere più precisi allo sguardo dell’altro. Per avere un’idea di quanto la vergogna sia connessa allo sguardo altrui, si pensi per un attimo a quella che con ogni probabilità è la prima esperienza di vergogna che ogni essere umano sperimenta: il momento in cui inizia ad esserci il controllo sfinterico. (altro…)
La Nostalgia
Nostalgia è un termine relativamente recente. Introdotto dall’alsaziano Johannes Hofer nella sua tesi di laurea in medicina del 1688, dal suggestivo titolo Dissertatio medica de nostalgia, si compone delle parole greche nòstos (ritorno) e algia (dolore) e quindi dolore per il ritorno. Ricorrendo ad un termine greco, l’intenzione di Hofer rispondeva ad una tipica esigenza medica del periodo: convogliare un insieme di sintomi sotto un nome per così dire scientificamente neutro, al fine di sottrarre l’oggetto di studio da un ambito più letterario e filosofico. (altro…)
La Solitudine
Definire la solitudine non è affatto semplice perché tale parola, “solitudine”, è una sorta di termine ombrello che racchiude in se una vasta gamma di esperienze positive e negative. Può essere fonte di arricchimento e creatività, grazie al contatto con se stessi, come vedremo meglio più avanti, oppure essere fonte di un’esperienza angosciante, per alcuni versi capace di gelare la personalità, per via del progressivo isolamento che produce. (altro…)
L’Importanza del Saper Stare Soli
Nella sua storia, oramai più che centenaria, la psicoanalisi ha sempre posto una certa enfasi sulla necessità di godere di buone relazioni interpersonali ai fini di una solida salute mentale. Per quanto Freud nella sua teorizzazione sottolinei spesso come un buon equilibrio psichico dipenda sostanzialmente da un buon bilanciamento tra le varie istanze intrapsichiche, quali Es-Io-Super Io, o in termini più semplici da un buon rapporto tra principio di piacere, legato al mondo delle pulsioni interne, e principio di realtà, il fatto che egli stesso attribuisca un certo primato alla sessualità genitale, ha aperto la strada a studi psicoanalitici di stampo maggiormente relazionale. Complessivamente, le osservazioni del maestro viennese hanno comportato che ci si chiedesse direttamente in che modo l’ambiente, o meglio le relazioni significative di un individuo, influenzassero lo sviluppo psichico dello stesso, favorendo così di fatto uno spostamento del focus teorico della psicoanalisi da aspetti pulsioni interni all’individuo ad aspetti più relazionali. (altro…)
Il Silenzio
In maniera piuttosto asciutta diversi dizionari definiscono il silenzio semplicemente come assenza di rumore. Se tuttavia ci si sofferma a riflettere sui vari momenti di silenzio esperiti nelle nostre vite, ognuno di noi ha la possibilità di rievocare immediatamente come esso presenti numerose sfaccettature emotive. (altro…)
La Serenità
La serenità, questo stato d’animo che si sostanzia di un certo distacco saggio da quanto accade e di una solida pace interiore, compare spesso sulla scena analitica. Viene desiderata per mille ragioni, perché ci può essere troppa sofferenza per un/a partner, per un lutto, per un lavoro che non va, per un’ansia stringente, per una depressione che non cede il passo ad altro, per le traversie in genere che riserva la vita, e via dicendo. La serenità appare come un desiderio agognato che talvolta assume, soprattutto quando la sua assenza è duratura nel tempo, le sembianze di un bisogno psicologico non più rimandabile. (altro…)
L’avarizia
La Chiesa cattolica ha sempre ritenuto l’avarizia un vizio capitale, non a caso i vari ordini monastici ne hanno di volta in volta evidenziato caratteristiche capaci di incidere negativamente sull’umanesimo presente nell’uomo. Per esempio, secondo i benedettini l’avarizia non predispone l’animo verso la carità, per i francescani impedisce la realizzazione del bene comune, oppure da San Paolo viene considerata “il peccato dei peccati”. Ma il passaggio ecclesiastico che, probabilmente, più di ogni altro coglie una qualità essenziale dell’avarizia è contenuto nel vangelo di Matteo (6, 24) allorquando viene detto: “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.”. (altro…)
Paura e Coraggio
La paura può essere definita come un’intensa emozione generata dalla percezione soggettiva di un pericolo. E’ così universalmente diffusa da essere rintracciabile, non solo nell’uomo, ma anche in numerosi animali. La paura è un’emozione governata prevalentemente dall’istinto, ed ha come fine ultimo il proteggere l’esistenza fisica e psicologica dell’individuo. (altro…)