Psicologia Analitica

Articoli di Psicologia Analitica Frosinone

Ombra e Umanità

Marie - Louise Von FranzMarie - Louise Von Franz

Ne “Il Mondo dei Sogni” Marie-Louise Von Franz scrive che “quando impariamo a conoscere la nostra Ombra e a viverla un po’ di più, diventiamo più accessibili, naturali, umani, completi, poiché l’Ombra ci rende uomini tra gli uomini e umani, semplicemente umani”. Premesso che quando parliamo di Ombra parliamo di un qualcosa di articolabile su più livelli, ovvero potremmo distinguerla in una più personale da una più collettiva/archetipica, e premesso che essa non coincide necessariamente con qualcosa di negativo, vale la pena soffermarsi a riflettere con più attenzione sull’affermazione della Von Franz. A tal proposito potremmo chiederci, perché una componente psichica che rimanda comunque a qualcosa di poco chiaro, poco conosciuto, dal sapore vagamente inquietante, che un grandissimo come Carl Gustav Jung ha definito “il fratello oscuro” dentro di noi, dovrebbe arricchire e ampliare la nostra umanità?

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Immagini Psichiche e Comprensione della Realtà

Immagini Psichiche e Comprensione della RealtàPer Immanuel Kant l’uomo ha un rapporto “ingenuo” con la realtà, nel senso che egli è convinto che quanto percepisce della realtà esterna coincida esattamente con la sua essenza ultima. Detto con un esempio, se una qualunque persona vede un determinato albero con certi colori – per esempio marrone e verde – è portato naturalmente a credere che l’albero sia fatto così; mentre, osserva Kant, il tutto è invece filtrato dalla soggettività dell’essere umano. In parole esemplificative, se l’albero viene percepito in un certo modo è perché l’occhio umano funziona in un certo modo: se fossimo – direbbe Kant – gatti o gufi o altri animali ancora, avremmo una visione dell’albero diversa, fatta di colori diversi perché l’occhio di questi animali opera in maniera diversa dal nostro. Il punto – sostiene il grande filosofo tedesco – è che non possiamo essere certi che la nostra percezione sia quella corretta rispetto a quello degli altri animali, il che ci induce a concludere che noi possiamo fare affermazioni certe solo sul nostro modo di percepire l’albero senza poter dire in assoluto come esso sia realmente fatto. In sintesi, non siamo, secondo Kant, in grado di rispondere alle domande relative al cosa sia la realtà.

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Il Possibile Valore della Lentezza nei Sogni

Il Possibile Valore della Lentezza nei SogniPartiamo da due sogni. Il primo è di una persona, un professionista impegnato nel settore delle costruzioni, che ha scoperto da più di un anno di avere una malattia cronica dall’esito degenerativo: “Sono in macchina, vado spedito verso Roma poiché l’autostrada è piuttosto libera. Improvvisamente, però, la strada devia senza che io possa farci nulla ed essa diventa via via più di campagna. Diventa del tutto sterrata e ad un certo punto è attraversata da un fiume. Tento di superarlo con la macchina, ma la macchina affonda. Esco dalla macchina e cerco di ritirarla su. Mi pare di riuscirci. Al di là del fiume vedo una famiglia che sembra felice”. Il secondo è di una donna tra i 30 e i 40, una grande lavoratrice che svolge due lavori contemporaneamente, ma da sempre soggetta a sottili forme di svalutazione, in famiglia e nelle relazioni sentimentali, che le lasciano costantemente addosso la sensazione di non valere poi molto come persona. Il sogno è questo: “Vado in macchina, procedo in maniera spedita, ma non so bene dove sto andando. Poi giungo nei pressi di un campo, c’è un trattore: è come se sapessi che devo preparare/coltivare quel campo”.

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Considerazioni Psicologiche su “Franny e Zooey” di Jerome David Salinger

Jerome David Salinger in “Franny e Zooey” mostra, come si era già visto ne “Il Giovane Holden”, un’incredibile maestria narrativa: raccontando solo una serata in cui Franny esce con il fidanzato Lane e una mattinata in casa Glass, riesce, grazie ad una serie di dialoghi tra i protagonisti, a farci conoscere, quasi come potessimo vederli, Franny e Zooey e gli altri membri della famiglia, nonché le vicende le principali vicende che li hanno riguardati. Veniamo così a conoscenza della traumatizzante morte suicida di Seymour, il maggiore dei fratelli sia per età anagrafica che per statura culturale e spirituale; di Buddy, il secondo dei fratelli e il più vicino a Seymour per formazione e spirito, divenuto nel frattempo uno scrittore affermato quasi sempre lontano fisicamente, ma la cui presenza emotiva è ben sentita poiché sembrerebbe la figura che più di altri potrebbe essere di aiuto nel superare il lutto di Seymour; dell’incapacità della madre Bessie, per quanto sinceramente preoccupata per i figli, di entrare profondamente in relazione con essi; dell’assenza di fatto del padre, il cui tempo pare essersi fermato a quando i figli erano fanciulli; della circostanza che tutti i figli, 7 in totale, hanno partecipato ad almeno una volta ad un’edizione di “Un Bambino Eccezionale”, programma televisivo dove in qualche modo venivano sfoggiate qualità culturali. (altro…)

L’Importanza Psicologica dell’Aura Artistica

L’Importanza Psicologica dell’Aura ArtisticaNel lontano 1936, con una lungimiranza davvero notevole Walter Benjamin, si pose il problema di come la riproducibilità tecnica di un’opera d’arte potesse influire sulla fruizione dell’opera d’arte stessa. Più precisamente temeva che la riproduzione continua di un’opera potesse toglierle una certa aura, ovvero quel fascino, quel mistero, quell’Alterità che caratterizza l’arte più elevata. Con il progredire tecnico – argomentava Benjamin – l’aura è inevitabilmente a rischio perché se un qualcosa diviene estremamente familiare e a portata di mano per definizione smarrisce quel che di distante e di inaccessibile e di unico che costituisce l’essenza stessa dell’aura.

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Brevi Considerazioni Sullo Stato Dell’Arte

“Nel 1997 il “New York Times” chiese a diversi studiosi e critici d’arte di rispondere alla domanda “che cos’è l’arte?”. Dal tono e dalla qualità delle risposte si capì come attualmente non sia per nulla scontato il riuscire a trovare una risposta chiara a questa domanda tanto semplice quanto assolutamente impegnativa. Per esempio, William Rubin, ex direttore del MoMa di New York, disse esplicitamente che “non esiste una singola definizione di arte” ed aggiunse che un’opera può essere ritenuta tale se un insieme indefinito di persone la considera “arte”; mentre l’eminente critico Thomas McEvilley fotografò lo stato dell’arte dicendo che “qualsiasi cosa può essere arte.” Risposte tautologiche, o che in ogni caso non rispondono alla domanda iniziale: banalmente, se ogni cosa può essere arte il rischio è che nulla possa esserlo realmente.

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Eccesso di Coscienza e Sogni

Eccesso di Coscienza e Sogni“Ora che si sono create le premesse per una coscienza psicologica più evoluta, il vero problema sarà saper essere degnamente inconsci.” Così Carl Gustav Jung in risposta ad una domanda di un gruppo di giovani studiosi di psicologia curiosi di sapere cosa, a suo parere, potesse costituire un tema psicologico centrale per la generazione attuale e per quelle future. Affermazione forte, con un che di paradossale se si considera come l’uomo abbia impiegato secoli per uscire da una certa coltre di inconsapevolezza, e che proprio per questo merita di essere approfondita più da vicino. E per farlo dobbiamo partire proprio da alcune osservazioni dello stesso Jung sulla coscienza.

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Società dell’Immagine e Cultura Junghiana delle Immagini

Società dell’Immagine e Cultura Junghiana delle Immagini Comunemente si ritiene che il linguaggio sia la caratteristica per eccellenza dell’uomo, in realtà è il pensare per immagini la peculiarità più tipica e antica che ci caratterizza. Anche altre specie, per esempio le api o i delfini, hanno “complessi” sistemi di comunicazione, nessun’altra dispone di capacità immaginativa. Per rendersene conto, basti pensare alle pitture rupestri di Altamura e Lascaux che segnalano come i nostri antenati fossero intenti a cercare di capire come affrontare e combattere animali pericolosi.

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L’Arte nel Pensiero e nella Vita di Carl Gustav Jung

L’Arte nel Pensiero e nella Vita di Carl Gustav JungTantissimi studiosi di psicoanalisi e di psicopatologia si sono dedicati al cercare di capire la nascita e l’importanza psicologica di quei processi dinamici della psiche che conducono un artista a creare la sua opera d’arte. Ad inaugurare il filone di questi studi è stato Sigmund Freud con le sue riflessioni su “Sant’Anna, la Vergine e il Bambino” di Leonardo da Vinci e sul “Mosè” di Michelangelo.

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Vuoto e Malinconia in Edvard Munch

Nel corso del Seminario sulle “Visioni” di Christiana Morgan Carl Gustav Jung afferma che “tutto quello che fa un uomo, tutti i suoi tentativi, sono la sua individuazione: è un compimento la realizzazione delle sue possibilità; una delle sue massime possibilità è il conseguimento della coscienza. Questo lo rende veramente uomo: per l’uomo, la vita deve essere conscia.” (C.G. Jung, 1930-1934, Vol. 2°, pag. 822). Con coerenza a questo modo di intendere l’esistenza, egli per tutta la vita, con la genialità e l’umiltà che solo i grandissimi possiedono, si è mosso in questa direzione. (altro…)

Il Gatto Nei Dipinti di Louis Wain E Il Valore Collettivo Della Sua Arte

In diversi saggi dedicati all’Arte Carl Gustav Jung afferma che un’opera d’arte che sia realmente tale riesce a svolgere una “funzione sociale” all’interno di una determinata società, in quanto permette di coglierne lo spirito essenziale che la attraversa e di compensarne in qualche modo le carenze psicologiche insite in essa. Se applichiamo tale affermazione e punto di vista al lavoro di Louis Wain e ai suoi gatti disegnati impegnati in qualunque attività umana, ciò risuona particolarmente veritiero. Proviamo a vederne il perché.

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Covid, Sentimento, Eros

Covid, Sentimento, ErosSe c’è una fotografia medica che la pandemia Covid ha restituito con una certa nitidezza all’umanità è che inevitabilmente siamo collegati gli uni con gli altri. Il virus ha posto infatti tutti sia dinanzi all’evidenza che ognuno porta con sé un pezzetto di responsabilità verso sé stesso e verso gli altri, sia davanti alla improrogabile necessità di trovare risposte collettive che possano debellare definitivamente il virus. In altre parole, la possibilità di sconfiggere il virus dipende dal comportamento generale e ciò mostra come siamo tutti sulla stessa barca. Per questo il Covid ha richiesto e richiede una risposta che potremmo definire una risposta “Noi”.

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Dolore Esistenziale e Male

Dolore Esistenziale e MaleTalvolta arrivano a consultazione analitica persone che hanno affrontato un’enorme battaglia esistenziale, finita per molti versi positivamente, che nonostante il buon esito pare aver debilitato e segnato l’anima delle persone stesse. Per esempio un infermiere che ha dovuto e voluto lavorare 12 ore al giorno durante la prima ondata Covid, oppure una persona che ha avuto un tumore classificato con un livello 4 che è stato debellato.

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L’Affinità tra Cinema e Psicologia del Profondo

L’Affinità tra Cinema e Psicologia del ProfondoCinema e Psicoanalisi sono nate nello stesso periodo. Nel 1895, a Parigi, i fratelli Lumière proiettano il primo film della storia, mentre in quegli stessi giorni a Vienna, altra capitale della cultura europea, il dottor Sigmund Freud inizia a dedicarsi allo studio dei sogni dei suoi pazienti, che lo porteranno pochi anni dopo alla stesura de “L’Interpretazione dei Sogni”, per trovare un nuovo modo di relazionarsi al disagio psichico.

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Lo Spirito dell’Immaginazione Attiva e altre Tecniche Immaginative

Lo Spirito dell’Immaginazione Attiva e altre Tecniche ImmaginativeNascita di Eva, 2017, Vito Altobello - https://vitoaltobello.it/

L’Immaginazione attiva è un modo diretto e immediato di relazionarsi all’inconscio. Tale metodo fu scoperto da Carl Gustav Jung, anche se solo in seguito lo definì con questo nome, in un periodo “di disorientamento” della sua vita, legato anche alla rottura con Freud, dal quale poté uscire grazie al confronto serrato e impegnativo con il suo inconscio. (altro…)

Complessi e Sogni

Complessi e SogniIl termine “complesso” è entrato da tempo nel linguaggio comune: “ho un complesso di inferiorità”, “quella persona è complessata”, “ha un complesso di onnipotenza”, sono espressioni usate con scioltezza e disinvoltura nei vari contesti mediatici e sociali sia per raccontare la propria condizione, sia, talvolta, per descrivere quella altrui. Sembrerebbe quindi un argomento già abusato perché già chiaro e conosciuto, tuttavia può valere la pena tornare su questo delicato aspetto psicologico perché, e in ambito clinico ciò pare evidente, si fatica a fuggire dalla sensazione che la parola “complesso” venga usata in maniera apotropaica. (altro…)

Immagini Interiori ed Etica

Chiedersi cosa sia la realtà può sembrare piuttosto ozioso, perchè intuitivamente tutti pensiamo di sapere cosa essa sia. Tuttavia, se provassimo a fornirne una definizione esaustiva ci troveremmo subito a confrontarci con un oggetto di studio che presenta più livelli di analisi al suo interno che inevitabilmente lo rendono alquanto più complicato e complesso di quanto potrebbe sembrare a prima vista. (altro…)

Umiltà, Conoscenza, e Psicologia del Profondo

Umiltà, Conoscenza, e Psicologia del ProfondoLa parola umiltà deriva dal latino “humilis”, termine che indica non solo colui che è umile ma che rimanda anche a qualcosa di proveniente dal basso, dalla terra, dalla fertilità della terra. Questa etimologia induce ad ipotizzare che l’umiltà possa quindi essere un atteggiamento da coltivare in quanto potenzialmente molto fertile. Tale possibilità interpretativa del termine pare trovare una conferma nella storia del pensiero, non solo occidentale, in cui l’umiltà è considerata una virtù decisamente positiva. Ciò è evidente nell’Antica Grecia o nel Cristianesimo, per rimanere in Occidente, o nel pensiero taoista spostandoci verso Oriente: Socrate, per esempio, coltivava la sapienza riconoscendo con umiltà il suo non sapere per poi trasformarlo nel suo inesauribile metodo dialettico fonte di nuovo sapere; Gesù si autodefinisce, nel vangelo di Matteo, “umile di cuore”; Sant’Agostino, uno dei Padri della Chiesa, non solo dirà che “l’umiltà batte la superbia”, ma la collegherà direttamente al conoscere se stessi; mentre nel taoismo l’umiltà compare come una prerogativa dell’uomo saggio.

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Fine dell’Analisi e Tempo Vissuto

Quasi sempre durante un’analisi arriva un momento in cui il paziente, saggiamente verrebbe da dire, inizia a chiedersi e a chiedere come si fa a capire se il percorso è terminato o sta terminando. E’ sempre un momento comprensibilmente delicato perché ci si trova in prossimità del concludere un rapporto, che per alcuni versi costituisce anche un legame affettivo particolare, che ha rivestito una certa importanza per un periodo talvolta anche discretamente lungo.

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Carlo Levi Letto In Un’Ottica Junghiana

Carlo Levi Letto In Un’Ottica JunghianaCarlo Levi è stato un grandissimo scrittore e pittore, lo è stato a tal punto che è difficile stabilire in quale delle due arti eccellesse maggiormente. In questo breve articolo, che non ha nessuna pretesa di analizzare le opere di Levi dal punto di vista letterario e pittorico, ci soffermeremo principalmente su “Cristo si è fermato a Eboli” per mettere in luce alcuni aspetti psicologici presenti nelle opere di questo maestro di penna e pennello. Carlo Levi nacque a Torino nel 1902 da una famiglia di origine ebraica appartenente alla buona borghesia torinese.

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Ombra, Male, Sentimento

Ombra, Male, SentimentoNel corso della sua opera C.G. Jung tocca il tema dell'Ombra in tantissimi lavori.  Lo fa già nel testo che ne segna il distacco da Freud, Simboli della Trasformazione, dove definisce l'Ombra “la parte inferiore della personalità”; ne “La Psicologia dell'Inconscio” nel momento in cui, distinguendo tra inconscio personale e collettivo, afferma che il primo coincide con l'Ombra personale e che nel secondo “Il diavolo è una variante dell'archetipo dell'Ombra”; nel monumentale lavoro sulla tipologia laddove suggerisce, per quanto poi il termine Ombra non compaia nelle definizioni, che l'introverso e l'estroverso sono l'uno l'Ombra dell'altro; ne “L'Io e l'inconscio” nel quale analizza le possibili conseguenze del contatto con l'Ombra; ne “Gli 'Archetipi dell'inconscio collettivo” dove sottolinea come l'Ombra sia un problema che coinvolge l'uomo nel suo complesso; ne “La Lotta con L'Ombra” e in „Presente e Futuro” che costituiscono scritti in cui mostra con estrema chiarezza come l'Ombra venga costantemente proiettata; e in tanti altri lavori che adesso, per non dilungare troppo l'esposizione, non verranno citati. (altro…)

Scrittura e Psicoterapia

Scrittura e PsicoterapiaCon l’avvento e la progressiva diffusione dei social network, di chat telefoniche, e di altre tecniche di comunicazione basate sulla brevità e sull'immediatezza, si è spesso temuto che la scrittura, un’attività lenta che inevitabilmente richiede tempo e pazienza, potesse scomparire. In realtà, come dimostrano il costante fiorire di corsi di scrittura, il crescente numero di libri di anno in anno pubblicati, la paventata scomparsa della scrittura non c’è stata. E’ interessante, in primo luogo, chiedersi come mai ciò non sia avvenuto. (altro…)

Stress, Crisi, Personalità

Stress, Crisi, PersonalitàLa parola stress fu coniata nell'immediato dopo guerra dal fisiologo Hans Selye per indicare, diversamente dall'uso quotidiano che se ne fa per descrivere uno stile di vita caotico e saturo di impegni, una ben precisa risposta dell’organismo. Il medico austriaco rilevò infatti come l’organismo in occasione di stimoli esterni in grado di alterare l’omeostasi interna rispondeva con un’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-midollare del surrene capace di ripristinare la condizione omeostatica precedente. (altro…)

Immagine e Cinema

Immagine e CinemaUn film può essere considerato un complesso prodotto artistico generato da suoni, musiche, parole e immagini. Senza questo intreccio di fattori un film oggigiorno non riusciremmo neanche a considerarlo tale, tuttavia indubbiamente le immagini ne costituiscono la materia prima. Basti semplicemente pensare che il cinema è stato muto dal 1895, anno della prima proiezione in sala dei fratelli Lumière, fino al 1927, anno in cui uscì “Il Cantante di Jazz” ritenuto il primo film sonoro. Alcuni capolavori assoluti della storia del cinema, quali i film di Stanley Kubrick “Arancia Meccanica” o “Odissea 2001 Nello Spazio”, sono film che contengono pochissimi dialoghi e che lasciano che siano le immagini a “parlare”, ad evocare, a trascinare, lo spettatore dentro il film. (altro…)

Natura e Psiche

Natura e PsicheIl titolo di quest’articolo, Natura e Psiche, potrebbe indurre a pensare che ci si stia occupando di un ambito, la Natura, lontano e che nulla ha a che vedere con la psicologia. In realtà ad essere limitante è il ritenere che i fenomeni psichici siano osservabili solo all’interno degli studi clinici e nei laboratori di psicologia sperimentale. Con Carl Gustav Jung possiamo ricordare che “proprio in quanto psicologi abbiamo anzitutto il compito e il dovere di comprendere la situazione psichica del nostro tempo e di scorgere chiaramente quali problemi e sfide ci sottoponga il presente.” (Carl Gustav Jung, Opere Vol. 16°, “Che Cos’è La Psicoterapia?”) (altro…)

Il Simbolo nella Concezione di Carl Gustav Jung

il-simbolo-in-jungCarl Gustav Jung è stato lo psicoanalista che più di ogni altro si è occupato di simboli nella storia della psicologia del profondo. A tal proposito basta ricordare che nella sua decennale carriera ha analizzato più di ottantamila sogni, si è dedicato alle mitologie, alle religioni e all’alchimia. (altro…)

Il Concetto di Ombra in Jung e nella Psicologia Analitica

ombraNel corso della sua brillante, ma vasta opera, Jung analizza il concetto di Ombra da diverse prospettive. Da un punto di vista descrittivo, come per esempio fa nel Seminario sull’Analisi dei Sogni, considera Ombra tutto ciò che non è cosciente. Da un punto di vista strutturale pone l’Ombra agli antipodi della Persona, la “maschera” con cui ci si presenta al mondo, definendola quella “componente della personalità che generalmente ha segno negativo” (Jung, 1942-1948, pag. 191). (altro…)

L’Uso Psicoterapeutico della Fiaba: il Lavoro di Verena Kast

uso-psicoterapeutico-della-fiabaNel suo lavoro psicoterapeutico con la fiaba Verena Kast sviluppa una premessa teorica tipicamente junghiana: se le fiabe sono rappresentazioni simboliche di determinati problemi, la singola fiaba che “tocca emotivamente” una specifica persona riesce a farlo perché esprime simbolicamente un conflitto inconscio, carico da un punto di vista emotivo, presente nella persona stessa. (altro…)

Le Fiabe Viste dalla Psicologia Analitica: il Lavoro di Marie-Louise Von Franz

fiabePrima di parlare dell’enorme lavoro svolto da Marie-Louise Von Franz sull’interpretazione psicologica delle fiabe, mi sembra interessante fermarsi un pochino a riflettere sulla struttura letteraria della fiaba, e vista proprio questa scarna struttura, sul sorprendente successo di cui hanno sempre goduto. (altro…)

Un Punto di Vista Junghiano sul Paziente Borderline

1.1 Uno sguardo generale sul disturbo borderline Prima di introdurre il contributo di Schwartz-Salant al trattamento del paziente con disturbo borderline di personalità, trovo opportuno prendere in considerazione quanto evidenziano i principali studi sugli esiti del trattamento presenti in letteratura. (altro…)

La Paranoia nel Lavoro di James Hillman

ParanoiaUn uomo è convinto di essere morto e dice, con assoluta certezza, al suo medico curante: “Sono morto”. Tra i due inizia subito un’aspra discussione, il medico fa appello ai sentimenti dell’uomo verso la famiglia, verso la vita, ma non ottiene nessun risultato. Il medico, poi, per indurlo a maggiore ragionevolezza fa notare l’intrinseca contraddizione di una frase “sono morto”, per il semplice motivo che un morto non può essere in grado di dire di essere morto. Ma anche queste argomentazioni del medico non sortiscono nessun effetto. (altro…)

Immaginazione e Realtà

Immaginazione e realtàIl rifugiarsi in fantasia, il fantasticare, è sempre stato visto con un certo sospetto dal mondo della psicoanalisi, perché considerato, facendo ricorso ad una definizione da dizionario usata da Vittorio Lingiardi, per lo più un “mezzo per non affrontare o risolvere problemi esterni e/o come modo di esprimere e soddisfare i propri sentimenti e desideri” (Lingiardi 1994, pag. 151). Il classico sognare ad occhi aperti, a cui talvolta chiunque ricorre, e che a livello psicologico somiglia ad un ritiro nel quale trovare un po’ di ristoro affettivo. Una possibilità, quest’ultima, che è sempre presente in ognuno di noi, se è vero come sosteneva Sigmund Freud, che l’essere umano nasce in una condizione in cui è completamente assorbito in se stesso, da egli chiamata di narcisismo primario, per passare solo successivamente ad una più relazionale ed aperta agli altri. In altre parole, una possibilità regressiva presente in tutti, che rischia di diventare psicologicamente pericolosa se tramutata in un cronico meccanismo difensivo. (altro…)

L’Immaginazione Attiva

immaginazione-attivaNel periodo seguente la rottura con Freud, Jung, attraversò alcuni anni di malattia creativa, (Ellenberg 1970), da cui riuscì ad emergerne grazie ad un confronto diretto con le immagini dell’inconscio. Le immagini principali della vita di Jung, cioè Elia, Salomè, Filemone, Ka, erano delle personificazioni dell’inconscio successive a sogni che egli stesso dipinse, oppure che scaturirono da fantasie necessarie ad ampliare quanto stava accadendo in quella fase della sua vita. (altro…)

L’Attualità di un Approccio Psicologico del Profondo

attualita-di-un-approccio-psicologico-del-profondoNel corso della sua ormai più che centenaria storia, la psicoanalisi è stato spesso oggetto di critiche per il suo essere valutata da alcuni come poco scientifica. Uno dei maggiori critici di Freud, fondatore della disciplina, è stato il filosofo di origine austriaca Karl Popper. Secondo questo studioso un’ipotesi scientifica è tale solo se è falsificabile. (altro…)

Alcune Osservazioni Sul Concetto di Resilienza

Alcune Osservazioni Sul Concetto di Resilienza Il termine resilienza viene usato in fisica e in ingegneria per designare la capacità elastica che ha un corpo o un metallo di tornare al suo stato anteriore in seguito all’aver subito una deformazione o pressione. Implicando quindi la resistenza di un materiale nel reggere degli urti senza spezzarsi, ha goduto e gode di una certa popolarità in ambito psicologico laddove tende ad indicare le capacità di una persona di organizzarsi e di reagire, senza esserne travolta, dinanzi agli eventi avversi della vita. Entrando nello specifico della letteratura psicologica, il termine resilienza, ha fatto la sua comparsa all’interno di un ormai celebre studio realizzato da Werner e Smith. (altro…)

La Proiezione: Un Ponte Tra Coscienza E Inconscio

la-proiezione“L’Enciclopedia della Psicoanalisi” redatta da Laplanche e Pontalis, di estrazione culturale freudiana, definisce la proiezione come “un’operazione con cui il soggetto espelle da sé e localizza nell’altro, persona o cosa, delle qualità, dei sentimenti, dei desideri e perfino degli oggetti, che egli non riconosce in se.” Aggiunge poco più avanti che si “tratta di una difesa molto arcaica”, anche se talvolta presente in “modi di pensare normali come la superstizione” (Laplanche e Pontalis, 1995, pag. 439). (altro…)

Senso di Colpa e Senso di Completezza

Senso di colpaUna delle grandi lezioni della psicoanalisi è stata quella di porre l’origine del senso di colpa in relazione alle primordiali pulsioni aggressive del bambino verso uno dei due genitori. In Freud, e in misura ancora maggiore nel lavoro di Melanie Klein, tale legame è molto evidente. Se per Freud infatti il senso di colpa è da collegare alla rivalità che il bambino nutre verso il genitore dello stesso sesso durante la fase edipica, e proprio grazie ad esso riuscirà a superare tale momento cruciale dello sviluppo perché favorirà di li a breve un’identificazione con il genitore dello stesso sesso; per la Klein esso è invece qualcosa di presente fin dalle primissime settimane di vita del bambino. (altro…)

Il Padre in Occidente: dall’Antica Grecia ai Giorni Nostri

Nella Teogonia di Esiodo è possibile notare come il racconto della genesi delle divinità conduca progressivamente al regno di Zeus, padre degli dei. In principio fu il Caos, inteso come possibilità di apertura, da cui emerse, Gea,la Terra.  La Terra per estensione generò Urano, il Cielo. Insieme generarono i Ciclopi, fabbricanti di tuoni e fulmini, potenze del cielo. (altro…)

Conseguenze Psicologiche dell’Assenza del Padre

Volendo dare un seguito al discorso sul padre iniziato con il precedente articolo “Il Padre in Occidente: dall’ Antica Grecia ai giorni nostri”, possiamo notare come nelle sue opere Carl Gustav Jung analizzi il padre da due differenti livelli: archetipico e personale.  (altro…)

I Padri Contemporanei

Secondo Pietropolli Charmet (2001), i padri attuali svolgono un ruolo molto più affettivo che normativo rispetto ai padri delle precedenti generazioni. In termini più concreti, secondo questo autore, i padri attuali si occupano più della felicità del figlio, attraverso l’aiuto nel soddisfare i bisogni di quest’ultimo, piuttosto che del trasmettere regole e valori; considera cioè, volendo utilizzare le parole dell’autore, i padri contemporanei più “naturali” che “culturali”.  (altro…)

Vicinanza e Distanza tra Padre e Figlia

Vicinanza e Distanza tra Padre e Figlia“Il padre è la prima esperienza che una donna ha del maschile. Il padre da un modello importante per il modo in cui la figlia si metterà in rapporto con gli uomini e con il proprio aspetto maschile interiore.”  Con  queste parole Linda Leonard (1985, pag. 87) spiega con lucida consapevolezza il perché abbia incentrato molte delle sue energie e attenzioni di studiosa di psicologia del profondo sul rapporto che intercorre tra padre e figlia. (altro…)

Lo Sviluppo Femminile in Erich Neumann

Lo Sviluppo Femminile in Erich NeumannNon diversamente da altri studiosi, per esempio dal biologo Portmann o dallo psicoanalista Winnicott, Erich Neumann ha osservato come l’infante nei primi mesi di vita non percepisca l’altro come separato da sé. A differenza di altri, rivelando in tal modo una certa originalità, si è tuttavia domandato come cambi lo sviluppo della bambina da quello del bambino nel momento in cui entrambi effettivamente considerano l’altro come Altro da sé. Per la bambina l’Altro, generalmente la madre, non è poi così diverso.   (altro…)

Implicazioni Cliniche del Complesso Materno nella Donna

In “Considerazioni generali sulla teoria dei complessi” Carl Gustav Jung cerca sia di illustrare scrupolosamente cosa intendesse per complesso psichico a tonalità affettiva, sia di fornirne anche una definizione esaustiva. Esattamente scrive: “Che cosa è allora, in termini scientifici, un complesso a tonalità affettiva? E’ l’immagine di una determinata situazione psichica caratterizzata in senso vivacemente emotivo che si dimostra inoltre incompatibile con l’abituale condizione o atteggiamento della coscienza. Questa immagine possiede una forte compattezza interna, ha una sua completezza e dispone di un grado relativamente alto di autonomia, il che significa che è sottoposta soltanto in misura limitata alle disposizioni della coscienza, come un corpus alienum animato. Il complesso può di solito essere represso con uno sforzo di volontà, ma non eliminato e quando si presenta l’occasione opportuna riemerge con tutta la sua forza originaria.” (Jung, 1934, Op. Vol. 8, pag. 113).   (altro…)

Riti di Passaggio e Riti di Iniziazione

I termini riti di passaggio e riti di iniziazione vengono generalmente usati in modo intercambiabile, anche se tale intercambiabilità pare talvolta, come osservato da Brelich, non del tutto pertinente. I riti di iniziazione pongono infatti maggiormente l’accento su una dimensione intrapsichica e spirituale che intraprende in maniera radicale e precisa, come se si trattasse di una strada ben tracciata, il soggetto che si sottopone al rito stesso; mentre i riti di passaggio, delineando sostanzialmente una transizione da una condizione sociale ad un’altra, il più delle volte da infante ad adulto, necessaria a tutelare la coesione della società a cui si appartiene, paiono porre una maggiore enfasi sulla dimensione psicosociale dell’identità dell’individuo stesso che si sottopone, o viene sottoposto, al rito. (altro…)

Una Lettura Psicologica di Antigone

una-lettura-psicologica-di-antigone“Antigone”, la tragedia greca scritta da Sofocle nel 442 a.c.,  è stata ed è da molti considerata la tragedia per eccellenza partorita dall’Antica Grecia. In letteratura e filosofia è possibile rintracciare numerosi lodevoli commenti per l’eroina greca: basti ricordare che Hegel la definì “Antigone celeste”, oppure che D’Annunzio la invocò chiamandola “Antigone dall’anima di luce”. Antigone è stata tradotta in quasi tutte le lingue del mondo ed ha avuto più di 1500 recensioni (Corriere della Sera 2005). (altro…)

Il Senso d’Identità Nella Persona Straniera

Sempre più spesso in ambito psicoterapeutico capita di ricevere nel proprio studio persone straniere. Generalmente si tratta di immigrati che, vivendo ormai da un certo tempo in Italia, si interrogano sulla loro appartenenza, sulla qualità dei loro legami, in una sola parola sulla propria “identità”. Spesso la decisione di rivolgersi ad un terapeuta coincide con qualche evento, per così dire scatenante, che porta in primo piano il tema dell’identità personale. (altro…)

Complessi e Diagnosi Croniche

La disabilità è possibile metterla in relazione al grado di autonomia di una persona: minore è la possibilità/capacità di muoversi autonomamente nella vita, maggiore è il peso esistenziale che la disabilità assume per coloro che manifestano delle disabilità. La tematica “disabilità” viene generalmente affrontata da una prospettiva legislativa e sociale: si cerca di favorire il reinserimento lavorativo della persona diversamente abile, ci si impegna per l’abbattimento delle barriere architettoniche, si testano soluzioni per favorire l’apprendimento scolastico, e via dicendo. Iniziative e prospettive encomiabili che hanno certamente contribuito nel far sviluppare una più attenta sensibilità al tema, rispetto ai decenni precedenti, ma che non sono riuscite a debellare del tutto, come il brillante lavoro di Ervin Goffman mostra chiaramente, un atteggiamento di stigmatizzazione sociale, sostanziato da  una sfiducia di fondo verso il disabile, comunque ampiamente diffuso verso la disabilità in genere. (altro…)

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