Psicologo Psicoterapeuta Dottor Luca Zucconi Frosinone e Fiuggi
L’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, già nel lontano 1978 definisce la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale che non può essere assimilabile alla semplice assenza di malattia o infermità.”
Traslando questa definizione negli ambiti di pertinenza della Psicologia – Psicoterapia, ciò implica che la salute psicologica non coincide riduttivamente con l’assenza di un disturbo psicopatologico, bensì con la promozione attiva del benessere psicologico.
Per provare a tradurre in termini meno astratti “la promozione attiva del benessere psicologico”, dobbiamo porci, e cercare di rispondere, ad un paio di questioni: Quando sarebbe opportuno rivolgersi ad uno psicologo? Perché iniziare un percorso psicologico?
In senso strettamente diagnostico si tende a proporre una diagnosi di disturbo psicologico nel momento in cui una determinata condizione psicologica compromette significativamente le capacità sociali, relazionali, e lavorative di una persona. Ogni disturbo, tuttavia, conosce un suo periodo, più o meno lungo, di incubazione. Per esempio, una depressione non capita in maniera fulminea, ma è spesso preceduta da una cronica e apparentemente inspiegabile stanchezza, da un senso di vuoto, da eccessivi sensi di colpa, da un principio di ritiro dai propri interessi abituali; così come un’ansia generalizzata è spesso introdotta da una paura generale che lentamente si estende fino a trasformarsi in un’ansia confinante con l’angoscia.
In un certo senso, quindi, pensare di rivolgersi ad un esperto soltanto nel momento in cui un disturbo si presenta in una forma conclamata costituisce un limite, perché così facendo ci si espone al rischio che anche le aree più funzionanti della personalità vengano per così dire “colpite”, durante il periodo di incubazione, da quelle più compromesse.
Tornando quindi alla domanda “Quando sarebbe opportuno rivolgersi ad uno psicologo?”, si può dire che sarebbe auspicabile iniziare un percorso terapeutico nel periodo di incubazione di un disturbo, anche se il malessere che viene percepito non si manifesta ancora all’interno di un quadro clinico ben specifico.
Più in generale il proprio malessere psicologico, soprattutto se tende ad essere costante nel tempo, è sempre meritevole di attenzione. Una bassa autostima, un ritenersi una nullità, il sentire di non avere scopi nella vita, il ricadere sempre nelle stesse “situazioni” relazionali, il non riuscire a prendere determinate decisioni, il percepirsi sempre “bloccati” da pre-giudizi e giudizi propri e altrui, sono tutte forme di malessere psicologico che meritano un occhio di riguardo e che possono essere approfondite insieme ad uno specialista.
Anche se spesso e volentieri la maggior parte delle persone intuiscono il “quando” sarebbe il caso di chiedere un aiuto psicologico, rimane, il più delle volte, una certa ritrosia nel rivolgersi ad un professionista. Per diverse ragioni. Talvolta perché si teme di subire uno sgradevole processo di etichettamento che finirebbe con l’esprimere uno stigma sociale nei propri confronti, altre volte perché le competenze dello psicologo risultano per alcuni versi poco conosciute. Per esempio, talune persone, immaginano che il terapeuta sia una sorta di amico dispensatore di buoni consigli, e, giustamente, un consiglio possono chiederlo ad altri; oppure talvolta si ritiene che le difficoltà psicologiche siano in qualche modo dei falsi problemi, dei problemi per così dire immaginari. In sostanza, spesso si fatica a cogliere il “perché” si dovrebbe intraprendere un percorso terapeutico. Sintetizzando sul “perché”, potremmo dire che lo psicologo-psicoterapeuta facilita la persona nel trovare un proprio modo personale per rapportarsi sia alle richieste provenienti dalla realtà esterna, sia alle necessità e ai bisogni provenienti da una spinta interiore. Ciò generalmente avviene tramite una maggiore consapevolezza emotiva dei propri vissuti e attraverso l’entrata in contatto con quei fattori inconsci della personalità, che possiamo intravedere nei sogni o nei modelli relazionali di una persona, che tanto facilitano l’emergere di un nuovo e salutare sguardo su di sé.