La Tipologia Psicologica Spiegata da Marie-Louise Von Franz

La Tipologia Psicologica Spiegata da Marie-Louise Von Franz Dedicarsi allo studio della tipologia psicologica junghiana vuol dire avvicinarsi al cercare di capire come a livello cosciente la realtà possa essere approcciata partendo da prospettive e angolazioni iniziali differenti che, di conseguenza, forniscono anche una visione della realtà stessa inevitabilmente legata al punto di osservazione che l’osservatore in maniera piuttosto naturale è portato a scegliere.

L’atto del conoscere per Jung è legato ad un insieme di fattori soggettivi intrapsichici e ad una serie di fattori dipendenti dall’oggetto esterno, di cui tuttavia, aggiunge, è difficile tenere contemporaneamente in conto durante il momento conoscitivo. Chiunque di noi è in genere portato a trascurare alcuni degli elementi in gioco. In linea generale è così possibile incontrare persone tendenzialmente tipologicamente più introverse, cioè portate a dare un peso maggiore al fattore soggettivo, e persone con un’inclinazione maggiormente estroversa, cioè portate a tener in maggiore considerazione gli oggetti esterni.

Oltre a questa macro-distinzione introversione/estroversione, Jung e Marie Louise Von Franz individuano più nello specifico 4 funzioni, pensiero-sentimento-sensazione-intuizione, che possono essere sia introvertite sia estrovertite per un totale quindi di 8, che costituiscono essenzialmente modi diversi di vedere e percepire.

Scrive Jung: “La sensazione ci dice che qualcosa esiste; il pensiero, grosso modo, ci dice di cosa si tratta; il sentimento ci dice se è piacevole o meno, se va accettato o rifiutato; l’intuizione è una percezione che passa per l’inconscio.” E’ come se ognuno di noi, specializzandosi su una di queste funzioni/possibilità, avesse la tendenza a prediligere un certo stile conoscitivo e relazionale. Tale stile conoscitivo e relazionale, se da una parte costituisce per certi versi la cifra di una persona, dall’altra, proprio per la sua parzialità, taglia fuori altri aspetti in maniera più o meno radicale, ovvero altre possibilità di osservazione e di comprensione di sé e della realtà circostante. La tipologia, per alcuni versi, senza che questo sì trasformi in pretese classificatorie delle persone da cui sia Jung che von Franz erano lontanissimi come forma mentis, costituisce quindi una possibile mappa per orientarsi in un riconoscimento non giudicante delle differenze individuali che si riscontrano a livello cosciente tra gli individui. Immaginare invece la tipologia non come una mappa di orientamento, bensì come un modo per classificare gli individui sarebbe, oltre che velleitario e piuttosto insensato, anche molto riduttivo perché il suo principale contributo essa lo fornisce rispetto al comprendere il come si evolve una determinata personalità.

Riprendendo infatti una brillantissima intuizione verificata più volte nella realtà clinica da Jung, Von Franz fa notare che ad un certo punto dello scorrere dell’esistenza, la funzione principale di orientamento, sulla quale si è sempre poggiato, esaurisce il suo essere motore di energia e creatività psichica e la vita comincia ad essere percepita come noiosa e sterile. E in quei momenti lo sviluppo psicologico passa per le funzioni meno differenziate, in particolare per la “funzione inferiore” da sempre la meno cosciente in assoluto nella personalità e che ha sempre costituito un punto dolente e critico per la persona stessa. La funzione inferiore scrive Von Franz è lenta, tirannica, infantile, arcaica, eppure è da lì che passa il nuovo e rinnovamento della personalità. La funzione inferiore è paragonabile ad una ferita psichica, ma è solo da qualcosa di poco sviluppato, e non da qualcosa che ha già raggiunto il suo massimo sviluppo, che può arrivare nuova linfa vitale.

Se si tiene conto del rapporto che può esserci tra le varie funzioni, ed in particolare del rapporto che può esserci tra funzione principale e funzione inferiore, notiamo che studiare la tipologia diviene un modo per avvicinarsi alle dinamiche che intercorrono tra coscienza e inconscio e alle porte di accesso che quest’ultimo utilizza per farsi vedere dalla coscienza.

Con lo stile tipico di chi ha profondamente compreso, digerito, masticato, fatto suo un argomento, Marie-Louise Von Franz ci conduce con saggia maestria dentro un dinamismo psichico che può riguardare ognuno di noi. L’Autrice con un’incredibile capacità narrativa riesce a rendere fruibile un argomento complesso come la tipologia anche grazie ad un calibrato equilibrio di spiegazioni teoriche ed una serie di esempi illuminanti che permette, anche al lettore meno inoltrato nella materia, di toccare con mano viva l’argomento. E di questo non possiamo che essere grati a questa eccellente analista che ci offre l’imperdibile occasione di inoltrarci con una guida sicura in un terreno profondamente affascinante.

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